PORDENONE - La maturità al tempo del coronavirus, questa sconosciuta. È proprio il caso di dirlo perché al momento tutto tace, manca una direttiva...
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I PRESIDI
“In questo periodo abbiamo fatto molti preventivi – ha dichiarato Ornella Varin, dirigente del liceo Grigoletti – negli uffici sono già presenti i parafiato, il personale Ata ha due mascherine ciascuno a disposizione, guanti dedicati e in tutta la scuola si trovano pacchetti di guanti monouso e flaconi di gel disinfettante, le aule sono disinfettate a fine giornata dove attualmente un docente per aula può fare lezione se a casa non ha i dispositivi per la didattica a distanza. I tempi sono strettissimi abbiamo bisogno di indicazioni puntuali”. Non è stato facile reperire tutto il materiale, ma in questo periodo i dirigenti hanno lavorato moltissimo fino a trovare quanto la scuola necessita al momento, ma il resto sarà in divenire in base alle disposizioni ministeriali. All’Isis Zanussi, ad esempio la prossima settimana verrà fatta la sanificazione dei locali e già oltre a tutti i dispositivi di protezione, la scuola si è dotata di termometri laser. Gli interrogativi sono parecchi. Chi ad esempio dovrà con il termoscanner prendere la temperatura ai maturandi, agli insegnanti, al personale della scuola e se uno studente registrerà una temperatura corporea superiore ai 37,5 gradi dovrà ritornare a casa e non sostenere l’esame di maturità? Chi fornirà le mascherine ai commissari d’esame? E ai maturandi? La mascherina dovrà essere tenuta tutto il giorno? Ci dovranno essere barriere antibatteriche anche in sede d’esame tra i commissari e anche lo studente che sosterrà l’esame? LE INDICAZIONI “Siamo privi di disposizioni certe – avverte la dirigente Teresa Tassan Viol (in foto sotto) del liceo Leopardi-Majorana – le misure non ce le possiamo inventare, abbiamo bisogno di protocolli. Noi potremmo gestire i nostri 320 studenti su tre sedi evitando affollamenti e assembramenti, attendiamo indicazioni e non proclami”. “Siamo pronti per vivere gli esami di Stato – dichiara il dirigente Giovanni Dalla Torre – la partecipazione è totale dei nostri studenti delle quinte alla didattica a distanza, noi stiamo continuamente verificando che la presenza e il rispetto delle consegne avvenga, che non si interrompa il dialogo con gli insegnanti. Abbiamo individuato i locali dove svolgere gli esami in presenza”.
IL SINDACATO
“La gestione dell’emergenza va concordata, non è possibile improvvisare, è necessario un confronto sul distanziamento sociale e le misure di prevenzione del contagio, il banco di prova potrà essere proprio l’esame di maturità che dovrà avvenire in sicurezza”, fa sapere Antonella Piccolo della Cisl scuola. “Vorremmo che la maturità fosse fatta a scuola – ha precisato Ugo Previti, segretario regionale della Uil scuola – altrimenti i ragazzi non potranno vivere uno dei momenti più importanti della loro vita. Gli spazi ci sono: palestre, corridoi, classi, ma ci vuole un piano non improvvisato”. Adriano Zonta della Flc-Cgil lancia un grido d’allarme: “Le scuole non sono pronte, c’è solo un mese per sanificare e gestire le aule. Gli studenti arriveranno con i mezzi pubblici, perciò dovranno essere sicuri e in numero sufficiente”. Rino di Meglio, segretario della Gilda lancia delle vere e proprie accuse. “L’emergenza – avverte – risale al 25 gennaio, il lock down dura da due mesi e in tutto questo tempo non si è deciso nemmeno per la maturità”. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino