Beppi, 101 anni: «Ho visto la Spagnola, la Campagna di Russia... e ora questa malefica epidemia»

Beppi, 101 anni: Ho visto la Spagnola, la Campagna di Russia... e ora questa malefica epidemia»
 Nato ai tempi in cui infuriava la terribile epidemia detta Spagnola, tra l'ottobre 1918 e il dicembre 1920, che nel mondo colpì 500 milioni di persone, con 50...

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 Nato ai tempi in cui infuriava la terribile epidemia detta Spagnola, tra l'ottobre 1918 e il dicembre 1920, che nel mondo colpì 500 milioni di persone, con 50 milioni (forse più) di morti, Giuseppe-Beppi Bassi, il vecio dei veci ex combattenti e reduci non immaginava certo di essere chiamato testimone di questa pandemia. In mezzo alla Spagnola ci era nato il 3 febbraio 1919 e proprio nel suo 101esimo compleanno, non molte settimane fa, era stato festeggiato da figli, nipoti e amici nella sua Villanova di Camposampiero, dove, fra l'altro, era stato proiettato il docufilm Bassi l'ora, titolo che trovava origine dal fatto che nei gulag sovietici, fra mille peripezie, perquisizioni, sopraffazioni, lui era riuscito a tenere ben nascosto, e a salvare, l'orologio.


Campagna di Russia come ufficiale nell'Armir (120. Reggimento di Artiglieria motorizzata), prigionia nei gulag sovietici, sofferenze, fede, speranze, poi il rimpatrio, un ricominciare fatto di sacrifici, ma poi anche tante soddisfazioni, fino a varcare il traguardo dei 101 anni, in eccellenti condizioni fisiche e morali.

E oggi, in questa situazione?
«Non immaginavo certo di trovarmi in mezzo a questa epidemia, anche perché i progressi della medicina e della ricerca scientifica sono stati tantissimi. Purtroppo, abbiamo capito che bisogna sempre stare all'erta. Una pandemia ogni cento anni... Speriamo passi in fretta».

E come si sta in questo tempo di Coronavirus: salute fisica e morale?
«La mia salute fisica e morale è ottima e il Coronavirus per fortuna mi è sconosciuto».

Avrà tuttavia cambiato pur qualcosa nel suo stile di vita quotidiano?
«Sì. Resto chiuso in casa per evitare qualsiasi contatto. Vivo con mio figlio Carlo, sua moglie e la loro bimba Benedetta di quattordici mesi, per cui gioco con la piccola e con lei continuo anche a disegnare, una mia vecchia passione! Così me la passo. Mia figlia Alberta vive a cento metri dalla nostra abitazione e riusciamo a vederci».

A parte l'intrattenere la nipotina?
«Leggo giornali e riviste e mi tengo aggiornato costantemente sulla situazione attraverso le trasmissioni televisive».

Dopo le esperienze belliche e di prigionia, cioè, dopo averne viste tante, il virus come lo considera? Paura più della guerra?
«Considero questo virus una malefica epidemia che non si può però paragonare a una guerra. La paura c'è per il numero di vittime che sta facendo, ma è una paura diversa».

Che cosa Le manca in questa prigionia forzata del tempo di pace?

«Mi manca la possibilità di uscire per andare a messa la domenica, ma per il resto non mi manca altro, visto che normalmente vivo tranquillo in casa». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino