TRENTO - Il presidente trentino Fugatti in diretta social annuncia i dati del contagio, ma da 2 settimane il numero dei positivi è crollato. Lui lo aveva...
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Quindi il Trentino è passato da un indice di oltre il 4% di fine aprile, ad un incredibile 0,4 da lunedì 4 maggio in poi. È stato l’ex rettore del’Università, professor Davide Bassi, a insospettirsi per quel drastico calo ed ha chiesto lumi prima a Provincia e Azienda Sanitaria, poi direttamente all’Istituto e al Ministero della Sanità.
«Dalle autorità locali non ho mai avuto risposta, invece ho scritto al Ministero e sono stati celeri e puntuali e mi hanno risposto che c’è stato un evidente fraintendimento» dice all’Ansa l’ex rettore. In pratica ora la provincia distingue chi ha sviluppato sintomi da meno di 5 giorni e chi, invece, da più tempo, individuato tramite screening o come asintomatico.
L’ex rettore, che da tempo, sul suo blog, analizza i dati sui contagi in Trentino, rileva che a Roma vengono comunicati solo i casi rientranti nel primo criterio, che sono nettamente meno rispetto alla seconda categoria. «In sostanza a fine aprile sono stati individuati dei nuovi indicatori per tenere sotto controllo l’evolversi dell’epidemia nei singoli territori. - spiega l’ex rettore - Tra questi ci sono i posti di ricovero in terapia intensiva, il tempo in cui sono stati individuati i casi, se entro 5 giorni dall’insorgere dei sintomi o più. Questo però, a quanto mi ha risposto il Ministero, non vuol dire che vadano comunicati solo i più recenti, ma vanno comunicati tutti. Anche perché a questo punto basterebbe fare i tamponi al sesto giorno di sintomi e così si farebbe sparire l’epidemia per decreto».
Bassi ritiene comunque che si tratti di un malinteso, un errore in buona fede: «Non credo sia stato fatto apposta, anche perché a quel punto la Provincia avrebbe comunicato anche localmente solo i dati dei contagi più recenti. Credo però ci sia una carenza organizzativa che provoca questa costante difformità di dati, che spesso ho rilevato anche sulla comunicazione del numero dei decessi. Se vogliamo davvero tenere sotto controllo l’epidemia dobbiamo migliorare e irrobustire il nostro sistema informativo».
LA RISPOSTA DEL DOTTOR BORDON
La questione è rimbalzata su Facebook. Il manager friulano Paolo Bordon, dirigente generale dell’Azienda Sanitaria, ha spiegato: «L’Azienda sanitaria agisce in base alla circolare del ministero con 21 indicatori; un set di indicatori assai importanti per capire se dal momento in cui si allenta il lockdown ci sono focolai nuovi».
Il Gazzettino