Crocifisso sul sagrato, il parroco: «Per proteggere i fedeli dal coronavirus»

La parrocchia di Baldenich a Belluno
BELLUNO -«Lo abbiamo fatto perché crediamo che Cristo ci protegga». Don Guido Novel, responsabile della parrocchia di San Giovanni Bosco, a Baldenich, spiega in...

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BELLUNO -«Lo abbiamo fatto perché crediamo che Cristo ci protegga». Don Guido Novel, responsabile della parrocchia di San Giovanni Bosco, a Baldenich, spiega in questo modo la decisione di esporre il Crocifisso all’esterno della chiesa. «La proposta è venuta da qualche parrocchiano - racconta - e noi l’abbiano accolta proprio con questo spirito: in questo momento di particolare emergenze ci affidiamo alla protezione di Cristo». Don Guido, vicentino di origine, è arrivato a Belluno 4 anni or sono, proveniente da Verona: «Un contesto molto diverso, certo, ma in questi frangenti tutte le situazioni si assomigliano».


E anche nella parrocchia salesiana sono state attivate iniziative di tele-catechesi. «Ai bambini della parrocchia e ai loro catechisti e catechiste inviamo del materiale per la preghiera. Alle famiglie inviamo regolarmente una mail per la riflessione; contattiamo anche i bambini per farsi loro presenti». Non è andata in vacanza nemmeno l’attività dell’oratorio: il sacerdote responsabile delle diverse attività mantiene i contatti con i ragazzi e gli animatori. Contatti regolari che una volta alla settimana sono arricchiti anche da un incontro in video.


Molto attivo anche il sito (donboscobelluno.it) che fra le opportunità offerte dai vari link offre anche il click su “celebrazioni in streaming” da cui si accede direttamente al profilo Facebook della parrocchia: un canale attraverso cui è possibile seguire i vari momenti di preghiera, le celebrazioni della settimana santa e dell’intero periodo di chiusura. Ma il collegamento è attivo anche quando non c’è la messa e tre telecamere diverse inquadrano alternativamente l’altare, la navata e l’ingresso: da fuori ieri entrava una grande luce e ogni tanto qualche persona che si fermava in preghiera. «Ma tutte sono molto rispettose delle indicazioni ricevute e rimangono a opportuna distanza». Altre persone, e sono molte, si fermano invece all’esterno per una preghiera davanti al Crocifisso: attorno ai bracci della croce un drappo, alla base dei fiori. Oltre alla catechesi a distanza, la parrocchia ha poi attivato la carità in presenza: «Un’attenzione che non si è mai interrotta e che esisteva già prima – dice don Guido – e in una parrocchia che conta 5.500 persone, da sempre vi sono circa 15 famiglie che vengono aiutate con delle borse piene di alimenti. Un numero di bisognosi che in questa fase è cresciuto: fuori dalla porta dell’oratorio lasciamo delle borse e chi ha bisogno passa a ritirarle», spiega il sacerdote. Una parrocchia viva dove alcuni si sono messi a disposizione anche per portare a casa la spesa ai più anziani. Ma finora non ce n’è stato bisogno. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino