Veneto, l'anno nero del turismo: la pandemia brucia 3 miliardi di euro

Veneto, l'anno nero del turismo: la pandemia brucia 3 miliardi di euro
Ben 173,5 milioni di presenze e oltre 48 milioni di arrivi con una contrazione rispettivamente del 52,5% e del 51,1% rispetto allo stesso periodo del 2019: li avrebbe già...

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Ben 173,5 milioni di presenze e oltre 48 milioni di arrivi con una contrazione rispettivamente del 52,5% e del 51,1% rispetto allo stesso periodo del 2019: li avrebbe già bruciati l'emergenza Coronavirus soltanto nei primi otto mesi del 2020 come emerge da una stima a consuntivo dell'Istituto Demoskopika. In picchiata anche gli incassi comunali dell'imposta di soggiorno: oltre 211 milioni di euro. Sforbiciata di ben 16 miliardi di euro di spesa turistica, con quasi la metà, pari a 7,2 miliardi, concentrata in Veneto, Toscana e Lombardia che presentano un tasso di internazionalizzazione dei sistemi turistici ben al di sopra del 50%.



RECORD NEGATIVI
Anche se ci sono stati cali in tutta Italia a livello complessivo sono 5 i sistemi turistici regionali più colpiti: Veneto, Sicilia, Toscana, Lombardia e Lazio. Secondo la stima Demoskopika il Veneto, con un tasso di internazionalizzazione pari al 65,3%, avrebbe ridotto gli arrivi di 9,3 milioni (-63,3% rispetto al 2019) e le presenze di 35,6 milioni (-65,1% rispetto al 2019). A seguire, in valore assoluto, Lombardia con una contrazione pari a 6,6 milioni di arrivi (-55,8%) e 16,4 milioni di presenze (-57,4%), Toscana con una riduzione pari a 6,1 milioni di arrivi (-59,2%) e 21,7 milioni di presenze (-60,7%), Lazio con una riduzione pari a 4,8 milioni di arrivi (-54,7%) e 15,2 milioni di presenze (-55,8%) e l'Emilia Romagna con una riduzione pari a 4,6 milioni di arrivi (-52,4%) e 18,1 milioni di presenze (-55,6%).

In chiave percentuale è la Sicilia a presentare tra i «conti più salati», preceduta solo dal Veneto: -2,2 milioni di arrivi e - 6,8 milioni di presenze con un calo rispettivamente pari al 59,9% e al 61% rispetto ai primi otto mesi del 2019. Il Veneto, purtroppo, è in testa anche per il decremento stimato della spesa turistica: 3.272 milioni di euro. Seguono, con sforbiciate rilevanti dei consumi in «viaggi e vacanze», Toscana con 2.130 milioni, Lombardia con 1.784 milioni, Emilia-Romagna con 1.609 milioni, Lazio con 1.513 milioni e Trentino Alto Adige con 1.165 milioni.

«IL GOVERNO DECIDA»
«Il Governo - dichiara il presidente di Demoskopika, Raffaele Rio - decida se il turismo è davvero un settore strategico per la propria economia. Si attivi, nella forma e nella sostanza, a condividere con i portatori di interesse del comparto un unico Piano di ripresa del turismo italiano contenente consapevolmente obiettivi, strategie, azioni, risorse finanziarie e indicatori di risultato. Altrimenti - conclude - al danno di un mancato impatto sul sistema turistico italiano dei provvedimenti assunti dalle istituzioni ai vari livelli si aggiungerà la beffa di una frammentata governance che rallenterà, in un ostacolante circuito vizioso, la ripresa del turismo italiano». La stima a consuntivo dell'Istituto Demoskopika si basa sugli incassi dell'imposta di soggiorno rilevati dal sistema Siope incrociati con i dati dell'Istat sui movimenti turistici regionali relativi al 2019 e con i dati sul turismo internazionale della Banca d'Italia. Per il Molise - precisa l'Istituto di ricerca - non essendo presente l'imposta di soggiorno, si è ipotizzato uno scenario identico a quello medio italiano.

DISCOTECHE

Anche le discoteche, chiuse dal lockdown, levano un grido d'allarme: «Siamo ormai sull'orlo del fallimento: o arrivano presto, anzi subito, aiuti a fondo perduto, oppure un intero settore, quello dei locali da ballo, sparirà». Così il presidente di Silb Veneto, Paolo Artelio commenta il protrarsi della chiusura previsto dal nuovo Dpcm. «Siamo un settore importante per il turismo, che è la prima industria del Veneto: un settore che rischia presto di sparire». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino