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A causa del Covid, quest’anno ogni residente del Nordest perderà mediamente oltre 3.000 euro (precisamente 3.032), con punte di 3.192 a Vicenza, di 3.259 a Trento, di 3.275 a Padova, 2.957 a Treviso e di ben 4.058 euro a Bolzano.
A calcolare la contrazione del valore aggiunto per abitante a livello provinciale èl’Ufficio studi della CGIA di Mestre che, inoltre, ha denunciato un altro dato particolarmente allarmante: una riduzione del Pil del 10,1 % che scenderà al livello del 2000. In termini di ricchezza, pertanto, “retrocederà” di ben 20 anni.
Le province che in termini percentuali subiranno la contrazione del valore aggiunto più importante saranno Treviso e Venezia (entrambe con -10,3 per cento), Gorizia e Vicenza (a pari merito con -10,5 per cento) e Padova (-10,9 per cento). Gli artigiani mestrini tengono a precisare che i dati emersi in questa elaborazione sono sicuramente sottostimati. Aggiornati al 13 ottobre scorso, non tengono conto degli effetti economici negativi che deriveranno dagli ultimi DPCM che sono stati introdotti in queste ultime due settimane. Altresì, precisano che in questa elaborazione la previsione della caduta del Pil nazionale dovrebbe sfiorare quest’anno il 10 per cento, quasi un punto in più rispetto alle previsioni comunicate il mese scorso dal Governo attraverso la NADEF (Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza).
“Con meno soldi in tasca, più disoccupati e tante attività che entro la fine dell’anno chiuderanno definitivamente i battenti – dichiara il coordinatore dell’Ufficio studi Paolo Zabeo - rischiamo che la gravissima difficoltà economica che stiamo vivendo in questo momento sfoci in una pericolosa crisi sociale.
La preoccupazione, conclude la CGIA, riguarda la tenuta occupazionale. Se nei prossimi mesi il numero dei disoccupati fosse destinato ad aumentare a vista d’occhio, la tenuta sociale del Paese sarebbe a forte rischio. Grazie all’introduzione del blocco dei licenziamenti, fortunatamente questo scenario non si è ancora manifestato. Quest’anno gli occupati in Veneto comunque scenderanno di 41.200 unità (-1,9 per cento) e in Trentino Alto Adige di 11.200 unità. Tra tutte le 20 regioni monitorate dall’Ufficio studi della CGIA, solo il Friuli Venezia Giulia, invece, parrebbe registrare una variazione positiva (+0,2 per cento), pari, in termini assoluti, a +800 unità. Un risultato, quest’ultimo, che, comunque, nelle ultime settimane è peggiorato notevolmente. Pertanto, non è da escludere che anche in questa regione il dato a consuntivo possa diventare negativo.
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