VENEZIA - Il professor Andrea Crisanti interviene sulla decisione del Presidente del Veneto Luca Zaia di inasprire le regole dopo la ripresa dei contagi. «Non si...
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Prosegue Crisanti: «Zaia si avvale in questo momento di due esperti, uno che coordina tutti i laboratori di microbiologia del Veneto, e l'altro che è il suo virologo di fiducia. Entrambi hanno firmato la lettera di Zangrillo che dice che il virus non ci sta più, e ora improvvisamente lo riscopre?». Si parla tanto di una seconda ondata in autunno, ma si rischia un peggioramento già adesso? «Il peggioramento della situazione va visto in termini prospettici», spiega il microbiologo, «se ci sono dei focolai e questi focolai si può identificarli ed eliminarli, siamo nella normalità. L'Italia non è una bolla, nel mondo ieri ci sono stati 215mila casi. La realtà sarà caratterizzata da continui focolai, bisogna non farseli sfuggire di mano».
Sulla ripresa dei contagi e l'inasprimento delle misure interviene anche il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri, ieri a Padova: «Non andrei a guardare i dati giornalieri, perché fluttuano. Se l'R0 si modifica perché è stata trovata una catena di contagio in un focolaio preciso, stiamo parlando di un focolaio, e noi siamo qui per spegnerli. Questo significa fare tanti tamponi, identificare i positivi e non i casi. Questo termine andrebbe cambiato: un caso è qualcuno che presenta una malattia, un positivo è uno che sta bene ma è solo positivo, quindi trovare tanti positivi significa trovare una catena di contagio in un focolaio».
Commentando il caso dell'imprenditore vicentino che ha rifiutato il ricovero dopo essere risultato positivo al coronavirus, e la richiesta di Zaia di introdurre il ricovero coatto, Sileri ha aggiunto: «La quarantena è già un metodo di trattamento obbligatorio e violarlo è già punito, ma si tratta di casi isolati.
Il Gazzettino