La provincia di Rovigo verso la normalità: un'intera settimana senza contagi

Per la provincia di Rovigo un'intera settimana senza contagi
ROVIGO. Anche il settimo giorno il virus si riposò: si è chiusa ieri un’intera settimana senza che in Polesine vi sia stato alcun nuovo riscontro di...

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ROVIGO. Anche il settimo giorno il virus si riposò: si è chiusa ieri un’intera settimana senza che in Polesine vi sia stato alcun nuovo riscontro di positività. Indubbiamente una buona notizia, alla quale si accompagnano altri numeri dello stesso segno. Come il 93, ovvero la quota di residenti ancora in isolamento domiciliare con sorveglianza attiva, per la prima volta dopo mesi scesi sotto quota 100. Effetto diretto dell’abbattimento del numero dei nuovi contagi e quindi anche della necessità di mettere in quarantena i rispettivi contatti, secondo quella che è stata la prima e più efficace misura di prevenzione epidemica messa in campo dall’Ulss Polesana attraverso l’opera senza pause del Servizio igiene e sanità pubblica.

NUOVE GUARIGIONI
C’è poi il numero 20, che è l’ammontare delle nuove guarigioni registrate ieri. Questo significa che dei 449 i residenti in Polesine che sono stati trovati positivi al virus, ben 400 sono guariti. E che al netto del numero doloroso delle vite che proprio per il virus come causa o concausa si sono interrotte in questi tre mesi, 34, gli attuali positivi si contano praticamente sulle dita di tre mani. E fra i guariti, ci sono anche gli ultimi dieci ospiti disabili degli Istituti polesani, con il focolaio che era scoppiato nella grande struttura di Ficarolo che è completamente chiuso, perché non c’è al momento alcun positivo. Nel numero dei guariti anche l’operatore di Villa Tamerici di Porto Viro, che era rimasto l’ultimo fra tutti i lavoratori delle 40 strutture residenziali del Polesine ancora positivo. Il quadro attuale della residenzialità è quindi di due soli ospiti disabili ancora positivi, entrambi alla Casa sacra Famiglia di Fratta. Un quadro più che confortante e che dà la rappresentazione in cifre del risultato degli sforzi messi in campo dalla sanità polesana nel suo complesso e dalle amministrazioni locali, con i sindaci che in questi tre mesi hanno davvero dovuto fronteggiare “a mani nude” un’onda più grande di loro e lo hanno fatto con impegno, abnegazione e grande senso di responsabilità.
VERIFICHE
EA dare maggior valore ai numeri, ci pensano altre cifre che ricordano come stia andando avanti la campagna di screening: i tamponi eseguiti da inizio epidemia in Polesine sono infatti arrivati quasi a 30mila: 29.786. Le persone sottoposte a tampone in totale sono invece 17.542, per effetto dei tamponi ripetuti per necessità di diagnosi o di screening. Screening che oltre a quello “tradizionale” per le categorie più a rischio, dipendenti e lavoratori esterni delle strutture sanitarie pubbliche, medici di medicina generale, farmacisti, forze dell’ordine e protezione civile, che a sua volta si sdoppierà con i test sierologici rapidi eseguiti da Croce rossa e Croce verde, e con un’ulteriore campagna a campione decisa dalla Regione sulle aziende, che in Polesine interesserà cinque realtà produttive, sarà accompagnato anche dal progetto avviato a livello nazionale, da ministero della Salute e Istat, per un’indagine di “sieroprevalenza”, che servirà a capire quante persone non individuate come positive abbiano invece sviluppato gli anticorpi, i “fantomatici asintomatici”.
INDAGINE SANITARIA

In Polesine questa indagine riguarderà 590 persone di nove Comuni. Si tratta di un test sempre sul sangue, ma diverso dal test sierologico rapido: richiede un prelievo vero e proprio, del sangue venoso e non di quello capillare. Le persone individuate saranno contattate direttamente e in Polesine si dovranno recare nei punti prelievo, con il sangue poi inviato ai laboratori di riferimento.
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Il Gazzettino