ROVIGO. Anche il settimo giorno il virus si riposò: si è chiusa ieri un’intera settimana senza che in Polesine vi sia stato alcun nuovo riscontro di...
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NUOVE GUARIGIONI
C’è poi il numero 20, che è l’ammontare delle nuove guarigioni registrate ieri. Questo significa che dei 449 i residenti in Polesine che sono stati trovati positivi al virus, ben 400 sono guariti. E che al netto del numero doloroso delle vite che proprio per il virus come causa o concausa si sono interrotte in questi tre mesi, 34, gli attuali positivi si contano praticamente sulle dita di tre mani. E fra i guariti, ci sono anche gli ultimi dieci ospiti disabili degli Istituti polesani, con il focolaio che era scoppiato nella grande struttura di Ficarolo che è completamente chiuso, perché non c’è al momento alcun positivo. Nel numero dei guariti anche l’operatore di Villa Tamerici di Porto Viro, che era rimasto l’ultimo fra tutti i lavoratori delle 40 strutture residenziali del Polesine ancora positivo. Il quadro attuale della residenzialità è quindi di due soli ospiti disabili ancora positivi, entrambi alla Casa sacra Famiglia di Fratta. Un quadro più che confortante e che dà la rappresentazione in cifre del risultato degli sforzi messi in campo dalla sanità polesana nel suo complesso e dalle amministrazioni locali, con i sindaci che in questi tre mesi hanno davvero dovuto fronteggiare “a mani nude” un’onda più grande di loro e lo hanno fatto con impegno, abnegazione e grande senso di responsabilità.
VERIFICHE
EA dare maggior valore ai numeri, ci pensano altre cifre che ricordano come stia andando avanti la campagna di screening: i tamponi eseguiti da inizio epidemia in Polesine sono infatti arrivati quasi a 30mila: 29.786. Le persone sottoposte a tampone in totale sono invece 17.542, per effetto dei tamponi ripetuti per necessità di diagnosi o di screening. Screening che oltre a quello “tradizionale” per le categorie più a rischio, dipendenti e lavoratori esterni delle strutture sanitarie pubbliche, medici di medicina generale, farmacisti, forze dell’ordine e protezione civile, che a sua volta si sdoppierà con i test sierologici rapidi eseguiti da Croce rossa e Croce verde, e con un’ulteriore campagna a campione decisa dalla Regione sulle aziende, che in Polesine interesserà cinque realtà produttive, sarà accompagnato anche dal progetto avviato a livello nazionale, da ministero della Salute e Istat, per un’indagine di “sieroprevalenza”, che servirà a capire quante persone non individuate come positive abbiano invece sviluppato gli anticorpi, i “fantomatici asintomatici”.
INDAGINE SANITARIA
In Polesine questa indagine riguarderà 590 persone di nove Comuni. Si tratta di un test sempre sul sangue, ma diverso dal test sierologico rapido: richiede un prelievo vero e proprio, del sangue venoso e non di quello capillare. Le persone individuate saranno contattate direttamente e in Polesine si dovranno recare nei punti prelievo, con il sangue poi inviato ai laboratori di riferimento.
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Il Gazzettino