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ROVIGO - Una manciata di giorni con numeri che sembravano mostrare un leggero calo dei contagi poi, ieri, la mazzata, con 169 nuove positività emerse in appena 24 ore, una quantità che non si vedeva dai momenti più neri della seconda ondata, che ha iniziato a crescere esponenzialmente fra novembre e dicembre, per raggiungere il proprio apice a cavallo fra dicembre e gennaio. Anzi, a ben guardare un simile valore è fra i più alti mai registrati in un giorno dall’inizio dell’epidemia. E accanto all’esplosione dei contagi, anche la prima vittima del mese di dicembre, un 63enne di Porto Viro, uno dei comuni più flagellati dai lutti ascrivibili al virus, che aveva ricevuto solo la prima dose del vaccino e che era risultato contagiato prima di riuscire a fare la seconda, attraversando poi un lungo ricovero che lo aveva visto arrivare fino alla Terapia intensiva. Si tratta del 561. residente in Polesine morto con positività al virus dall’inizio dell’epidemia. Un bilancio che continua a farsi sempre più pesante di giorno in giorno.
NUMERI PESANTI
Fra l’altro, già il dato relativo all’ultima settimana di novembre, analizzato nell’ultimo report della Fondazione Gimbe, ha visto il Polesine entrare fra le 32 province che superano i 150 nuovi casi settimanali ogni centomila abitanti.
GLI OSPEDALI RESPIRANO
In Polesine, almeno per il momento, la situazione dei ricoveri si conferma stabile e con una curva di crescita decisamente meno ripida rispetto a quella dei contagi, anche se fra le due curve c’è sempre uno scostamento temporale. Ieri, infatti, il numero dei ricoverati è rimasto a 38, anche se per effetto del paziente che si è spento sono passati da tre a due i posti letto occupati in Terapia intensiva, mentre sono saliti da tre a quattro quelli in Malattie infettive a Rovigo per l’ingresso di un nuovo paziente. Fermi a 20 e 12 i posti letto occupati rispettivamente in Area medica e semintensiva pneumologica e nell’ospedale di comunità Covid a Trecenta. Da sottolineare come, se con il balzo in avanti dei contagi, per meno di un terzo controbilanciato dalle 52 nuove guarigioni, si avvicinano a quota mille i polesani con positività in corso, arrivati a 926, una fetta consistente delle nuove positività è stata accertata in persone che erano già state tracciate e poste in quarantena preventiva, ben 143 su 169. Questo sembrerebbe lasciar ipotizzare che il risultato di giornata sia anche effetto dei risultati di screening effettuati a partire da singoli casi indice. Quindi, in particolare, casi emersi in ambito scolastico, in ambito familiare o in luoghi di aggregazione o locali pubblici. Del resto, la fascia dei giovani non vaccinati sta diventando sempre più maggioritaria nella quota complessiva dei contagi giornalieri.
IL COMMENTO
«Onestamente sono un po’ sorpreso da questa recrudescenza - ammette il direttore sanitario dell’Ulss 5 Alberto Rigo - l’apertura totale a bambini e ragazzini in età scolare, che non sono vaccinati, ha sicuramente contribuito alla diffusione del virus in questo periodo. Che coincide, fra l’altro, con quella del ritorno del grande freddo e quindi di maggiori e più prolungate permanenze in spazi al chiuso. Quello che non bisogna mai dimenticare sono le regole fondamentali di comportamento, come l’uso della mascherina al chiuso». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino