Sale a 169 il numero dei morti, registrati altri 109 contagi e 49 guarigioni

A Trecenta si è avuto un altro decesso in Terapia intensiva
ROVIGO - Un altro decesso fra i pazienti ricoverati, un 71enne residente fuori provincia che si trovava in Terapia intensiva al San Luca, e altri 11 decessi, fra ieri e domenica,...

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ROVIGO - Un altro decesso fra i pazienti ricoverati, un 71enne residente fuori provincia che si trovava in Terapia intensiva al San Luca, e altri 11 decessi, fra ieri e domenica, al di fuori dei tre ospedali, che fanno sì che il numero complessivo morti Covid polesani arrivi a 169. Il tutto mentre emergono altri 109 contagi, controbilanciati da 49 nuove guarigioni. I residenti in provincia attualmente positivi salgono a 2.813, uno ogni 82, 3.193 sono le persone in isolamento, mentre il totale dei ricoverati raggiunge quota 130. All’interno di questo quadro si registra un andamento “all’inglese” della curva e il Delta sembra essere l’area più pesantemente colpita del Polesine.

VIRUS “INGLESE”
Due riflessioni sui numeri, fatte ieri dal direttore generale dell’Ulss Polesana Antonio Compostella. «Senza voler parlare di varianti del virus, la curva del contagio cresciuta per tre settimane consecutive, dopo due di riduzione, andando progressivamente aumentando: l’aspetto di questa curva è simile a quello registrato in Gran Bretagna. È solo un’osservazione. Così come è un dato che meriterebbe studi e approfondimenti che purtroppo ora non siamo in grado di fare, è quello relativo ai ricoverati: circa una sessantina dei 130 pazienti provengono dal Basso Polesine e questo, rapportato al numero di positivi e di residenti, significa che i quadri clinici in media sono più pesanti rispetto al resto della provincia».

OSPEDALI SOTTO SFORZO
In questo momento lo sforzo è concentrato sull’assistenza dei ricoverati, come rimarca Compostella. «Il dato dell’incidenza, vale a dire il numero di nuovi positivi rispetto alle persone sottoposte a test, pur essendo più alto rispetto a una ventina di giorni fa, è leggermente calato, a 6,28%, e questo è un elemento incoraggiante, significa che abbiamo rallentato la crescita, ma abbiamo comunque il virus che circola e la curva del contagio che cresce e questo, inevitabilmente, ha delle conseguenze sui ricoveri. Il peso sugli ospedali rimane alto e credo che rimarrà ancora su questi livelli per un po’: per questo stiamo ragionando su ulteriori riorganizzazioni, perché se fra due o tre giorni ci sarà un’ulteriore necessità di posti letto non possiamo fasci trovare impreparati. I posti letto ce li abbiamo, il problema è soprattutto recuperare medici e infermieri da altre attività dell’ospedale di Rovigo e da quello di Adria. Su Adria stiamo sempre facendo il ragionamento se risulta più funzionale riorganizzare e spostare il personale a Trecenta o attivare i posti Covid lì. Abbiamo dieci ricoverati in Malattie infettive a Rovigo e uno in Rianimazione, sempre a Rovigo, dove c’è un’area di isolamento, tre nella Psichiatria di Adria, 99 nell’Area medica e semintensiva di Trecenta e 17, che è il numero più alto mai raggiunto, nella Terapia intensiva del San Luca. Poi, 16 degenti nell’ospedale di comunità Covid a Trecenta e 9 in quello di Adria, aperto questo fine settimana».
Questi 25 pazienti non rientrano nei ricoveri, ma sono comunque persone che non sono nelle condizioni di essere dimesse. Senza contare, poi, i positivi nelle case di riposo.

CASE DI RIPOSO
Ieri sono emersi altri 6 contagi fra gli ospiti della Casa albergo di Lendinara, dove ci sono 115 ospiti e 32 operatori positivi, altri 8 fra gli ospiti al Csa di Adria, dove di sono 34 ospiti e 9 operatori positivi, poi 2 ospiti e un operatore della Rsa San Martino di Castelmassa, con il totale che sale a 8 ospiti e 4 operatori positivi, e 3 ospiti della Casa di riposo Sant’Anna di Villadose, con 6 ospiti e 4 operatori positivi. «Il tema delle case di riposo è molto impegnativo e importante - sottolinea il dg dell’Ulss - abbiamo dislocato due nostri dipendenti a Corbola che è la struttura che ha maggiori difficoltà dal punto di vista del personale, anche se il focolaio sembra essersi stabilizzato, mentre continuano a crescere quelli di Lendinara e Adria, che con l’Iras sono le strutture più grandi».


Sul fronte scolastico, infine, positivo uno studente dell’Itis Viola di Rovigo e un bambino della primaria Monsignor Sante Tiozzo di Porto Viro.
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Il Gazzettino