Distribuzione della comunione senza la messa: Sacile segue Oderzo

Fedeli in fila per attendere la comuinione
ODERZO - Distribuzione della comunione senza la messa: domenica si replica l’esperienza della parrocchia opitergina, unica in Veneto. Ad Oderzo si affiancherà la...

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ODERZO - Distribuzione della comunione senza la messa: domenica si replica l’esperienza della parrocchia opitergina, unica in Veneto. Ad Oderzo si affiancherà la parrocchia del Duomo di Sacile, che appartiene sempre alla diocesi vittoriese.«Già a Pasqua, nella Repubblica Ceca – dice il parroco monsignor Gianluigi Papa – avevano fatto questa scelta, ma in Italia ancora le condizioni non c’erano. Domenica scorsa ho saputo che Oderzo ha attuato l’iniziativa ed è andato tutto bene. Noi avevamo in animo di farlo perciò mi sono subito dato da fare. Posso dire di aver trovato la massima disponibilità nel sindaco, nei carabinieri, nella polizia locale. Ci siamo organizzati con il consiglio pastorale, i componenti si sono offerti quali volontari per la sorveglianza. Sarà adottato lo stesso rigoroso protocollo di Oderzo. Se pur ho sempre dato la comunione a chi me la chiedeva, noto nei fedeli come ci sia “fame” del Corpo di Cristo. Perciò anche se poche ore fa abbiamo saputo che dal 18 si potrà riprendere a celebrare la messa, noi domenica partiremo».

LA SCELTA

Visto il positivo risultato ottenuto monsignor Bazzichetto, insieme agli altri sacerdoti collaboratori, domenica prossima ripeterà la distribuzione della comunione. Nelle tre chiese i sacerdoti sono presenti dalle 11..5 alle 13.15. Non importa se ci sarà da aspettare, del resto due mesi di emergenza Covid-19 hanno abituato tutti allo stare in fila. Mercoledì il vescovo Corrado Pizziolo ha incontrato i sacerdoti delle foranie.«Nell’incontro con i vicari foranei, il vescovo Pizziolo è tornato sull’iniziativa delle parrocchie di Oderzo, Camino e Fratta che hanno organizzato la distribuzione della santa comunione nelle tre chiese parrocchiali – spiega don Alessio Magoga, direttore del settimanale L’Azione -. Il vescovo ha informato i vicari dell’iniziativa di cui era stato correttamente informato (approvandola) e che è stata attuata dopo aver sentito l’Ufficio liturgico diocesano e aver ottenuto il debito consenso delle autorità civili e delle forze dell’ordine del territorio. Il vescovo ha espresso la convinzione che si tratta di un esperimento legittimo e condotto nel totale rispetto delle ordinanze. Mons. Pizziolo ha ribadito che non sarà reso obbligatorio per tutte le parrocchie della diocesi. Nello stesso tempo non sarà neppure proibito. Condizione necessaria per farlo è che ci sia il consenso delle autorità territoriali e che si segua un protocollo di rigorosa sicurezza sanitaria come quello messo in atto nella sperimentazione di Oderzo». A Conegliano il parroco don Michele Maiolo preferisce attendere.«Ormai domenica 18 è vicina, aspettiamo di poter celebrare la messa» dice. Mentre nella vicina Motta di Livenza, don Vittorino Battistella, della parrocchia del duomo, è possibilista.« Mi confronterò con i cappellani per capire se possiamo farlo anche noi» dice.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino