Coronavirus, Fedriga allunga la lista dei paesi in lockdown: rischiano Maniago e Claut. Ma ora l'incubo si chiama zona rossa

Una terapia intensiva
PORDENONE E UDINE - Un estremo tentativo, forse l’ultima carta prima di quella che starebbe per cadere dal mazzo del ministro Speranza. Aumentare e allargare le zone rosse...

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PORDENONE E UDINE - Un estremo tentativo, forse l’ultima carta prima di quella che starebbe per cadere dal mazzo del ministro Speranza. Aumentare e allargare le zone rosse locali, creare delle fasce protette per isolare e spegnere i focolai fuori controllo, che oggi sono alimentati dalla benzina (più che mai naturale) delle relazioni umane. Massimiliano Fedriga nelle ultime ore sta lavorando a questo: dare al Friuli Venezia Giulia un salvagente nel mare in tempesta. Ma i segnali che arrivano da Roma non sono buoni: la regione rischia la seriamente la zona rossa totale, cioè il lockdown per almeno due settimane. E la decisione, se i dati non dovessero mostrare un miglioramento, potrebbe arrivare nella settimana che inizia domani. Prima, però, si metterà in campo l’ultima azione forte a livello locale, ampliata rispetto alle previsioni di venerdì. 


PAESI BLINDATI
Massimiliano Fedriga, Riccardo Riccardi, Fabio Barbone. Due vertici politici e il coordinatore della task force. Un tecnico, il più ascoltato in regione. Ieri è stata un’altra giornata fatta di riunioni continue, con i tre protagonisti a confrontarsi sui dati più freschi. Perché chiudere dei comuni e limitare così tanto la vita di chi ci abita non è come riaprire piscine e palestre. Sono firme che pesano. Ma la situazione è seria, ecco perché si è pensato nelle ultime ore di allungare la lista dei comuni coinvolti, anche nel Pordenonese. Non solo Castelnovo del Friuli e Cavasso Nuovo, quindi. A rischio ci sarebbero anche un paese di montagna come Claut (11,9 contagi ogni mille abitanti), immacolato durante la prima ondata, e una cittadina come Maniago, che con i suoi 115 contagiati inizia a preoccupare. In provincia di Udine, invece, le zone rosse potrebbero coinvolgere Forni di Sopra, Forni di Sotto, Forni Avoltri, Socchieve e forse anche San Giorgio di Nogaro. Restano sempre ad altissimo rischio Paularo, Sutrio, Tolmezzo, San Leonardo e Carlino. Coinvolti anche alcuni piccoli comuni del Goriziano, come Dolegna. «Ci stiamo confrontando sui dati, decideremo solo quando avremo il quadro più aggiornato possibile», è ciò che filtra da Fedriga e Riccardi. L’ordinanza, che sarà regionale e non affidata ai singoli sindaci, potrebbe essere firmata oggi (e quindi entrare in vigore da domani) oppure domani ed essere efficace da martedì. In ogni caso, nelle zone rosse non si potrebbe uscire di casa (salvo che per ragioni di studio, lavoro, salute o necessità) e chiuderebbero i negozi al dettaglio, ad eccezione di alimentari, tabaccherie, edicole, farmacie. La Regione sta valutando soprattutto un criterio: l’incidenza del contagio. Conterà anche la presenza di più focolai, mentre potrebbero essere valutati diversamente dei comuni nei quali i positivi sono concentrati ad esempio in una casa di riposo. Le ordinanze dovrebbero restare in vigore per due settimane. «Per misure simili è fondamentale collaborare con territori e sindaci, ciò che è totalmente mancato in questi mesi», ha detto Shaurli (Pd). 


LE MISURE NAZIONALI


Ma l’incubo è un altro. Entro la metà della settimana che inizia domani, infatti, il governo valuterà nuove eventuali zone rosse. E il Fvg è sull’orlo dello scivolamento verso il lockdown regionale. Se il tracciamento è migliorato, passando dall’83 al 92 per cento, sta visibilmente peggiorando l’incidenza del contagio. Un dato, in particolare, spaventa più di tutti: negli ultimi sette giorni, il rapporto tra casi testati (esclusi i tamponi figli dello screening) e contagi è schizzato al 29,6 per cento; ieri era addirittura al 54 per cento. E la crescita dei ricoveri, anche se ieri più lentamente, non si arresta, mentre in altre regioni il trend è in discesa. Il confronto più utile è quello con le due regioni entrate in fascia arancione il 13 novembre: Emilia Romagna e Marche. Entrambe hanno valori in diminuzione rispetto alla settimana precedente e la loro curva dei ricoveri è quantomeno piatta. L’incidenza del contagio è più lieve (31 per cento in Emilia, 30 nelle Marche) e si intravede la luce in fondo al tunnel. Lo stesso tunnel in cui il Fvg invece sembra essere entrato oltre le previsioni, tanto da presentare percentuali di contagiati simili alla Lombardia. 

 

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Il Gazzettino