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PORDENONE E UDINE - Un estremo tentativo, forse l’ultima carta prima di quella che starebbe per cadere dal mazzo del ministro Speranza. Aumentare e allargare le zone rosse locali, creare delle fasce protette per isolare e spegnere i focolai fuori controllo, che oggi sono alimentati dalla benzina (più che mai naturale) delle relazioni umane. Massimiliano Fedriga nelle ultime ore sta lavorando a questo: dare al Friuli Venezia Giulia un salvagente nel mare in tempesta. Ma i segnali che arrivano da Roma non sono buoni: la regione rischia la seriamente la zona rossa totale, cioè il lockdown per almeno due settimane. E la decisione, se i dati non dovessero mostrare un miglioramento, potrebbe arrivare nella settimana che inizia domani. Prima, però, si metterà in campo l’ultima azione forte a livello locale, ampliata rispetto alle previsioni di venerdì.
PAESI BLINDATI
Massimiliano Fedriga, Riccardo Riccardi, Fabio Barbone. Due vertici politici e il coordinatore della task force. Un tecnico, il più ascoltato in regione. Ieri è stata un’altra giornata fatta di riunioni continue, con i tre protagonisti a confrontarsi sui dati più freschi. Perché chiudere dei comuni e limitare così tanto la vita di chi ci abita non è come riaprire piscine e palestre. Sono firme che pesano. Ma la situazione è seria, ecco perché si è pensato nelle ultime ore di allungare la lista dei comuni coinvolti, anche nel Pordenonese.
LE MISURE NAZIONALI
Ma l’incubo è un altro. Entro la metà della settimana che inizia domani, infatti, il governo valuterà nuove eventuali zone rosse. E il Fvg è sull’orlo dello scivolamento verso il lockdown regionale. Se il tracciamento è migliorato, passando dall’83 al 92 per cento, sta visibilmente peggiorando l’incidenza del contagio. Un dato, in particolare, spaventa più di tutti: negli ultimi sette giorni, il rapporto tra casi testati (esclusi i tamponi figli dello screening) e contagi è schizzato al 29,6 per cento; ieri era addirittura al 54 per cento. E la crescita dei ricoveri, anche se ieri più lentamente, non si arresta, mentre in altre regioni il trend è in discesa. Il confronto più utile è quello con le due regioni entrate in fascia arancione il 13 novembre: Emilia Romagna e Marche. Entrambe hanno valori in diminuzione rispetto alla settimana precedente e la loro curva dei ricoveri è quantomeno piatta. L’incidenza del contagio è più lieve (31 per cento in Emilia, 30 nelle Marche) e si intravede la luce in fondo al tunnel. Lo stesso tunnel in cui il Fvg invece sembra essere entrato oltre le previsioni, tanto da presentare percentuali di contagiati simili alla Lombardia.
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Il Gazzettino