L'Ascom attacca: «Concorrenza sleale di Amazon, negozi penalizzati»

NEGOZI Ascom: Concorrenza sleale di Amazon
PADOVA - «Perché i nostri negozi devono rimanere chiusi, mentre Amazon continua a fare affari d'oro?». A chiederselo è l'Ascom che punta il dito...

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PADOVA - «Perché i nostri negozi devono rimanere chiusi, mentre Amazon continua a fare affari d'oro?». A chiederselo è l'Ascom che punta il dito contro il decreto Coronavirus varato dal governo. «Anche a Padova siamo nell'ordine del 75% di esercizi chiusi spiegano all'Ascom Confcommercio e le serrande abbassate cominciano seriamente a preoccupare i nostri associati». «Anche perché, pur comprendendo come tutto serva a contenere i contatti, non c'è dubbio che sussistano situazioni di sostanziale concorrenza sleale aggiunge l'associazione di categoria - Amazon, in questo senso, è il caso più eclatante perché effettua un servizio di consegna a domicilio che ad altre attività è precluso».


LE DISPARITÁ
«È il caso, tanto per citare qualche tipologia, dell'abbigliamento, della vendita di piante e fiori, dei negozi di giocattoli, delle librerie continua l'associazione di commercianti - I rappresentanti di queste categorie lamentano una sostanziale disparità di trattamento. Non solo a loro è preclusa la possibilità di effettuare le consegne a domicilio, ma subiscono anche una concorrenza sleale da parte della grande distribuzione organizzata che è stata sì autorizzata a rimanere aperta ma in quanto presidio in grado di garantire alla cittadinanza le forniture alimentari, piuttosto che quelle per la pulizia e la sanificazione e poco altro. Rileviamo invece che all'interno di queste grandi strutture si procede alla vendita anche di quei beni che di prima necessità non sono ma di cui i cittadini hanno bisogno, sottraendo fette di mercato importanti ai piccoli negozi che, per contro, potrebbero trovare un minimo di sostegno al proprio reddito se solo fossero autorizzati alla consegna a domicilio». Altro canale riguarda la burocrazia. «Anche in questo periodo sfruttando un buco nel decreto ci chiedono la vidimazione dei libri sociali ma più ancora le ritenute d'acconto e i contributi previdenziali trattenuti in busta paga».

GLI AFFITTI
A palazzo Moroni, intanto, si cominciano a fare un po' di conti su quanto costerà, anche alle casse comunali, l'emergenza Covid-19. Il rinvio al 30 giugno dei pagamenti dei canoni d'affitto degli esercizi commerciali di proprietà comunali, costringerà la giunta Giordani, da qui alla prossima estate, rinunciare a 70mila euro al mese. Complessivamente questo provvedimento riguarderà 80 attività economiche che, per un trimestre, saranno esentate almeno dal pagamento dell'affitto.

L'assessore al Commercio Antonio Bressa, rispondendo alla lettera aperta che l'Appe ha inviato a tutti i sindaci della provincia, ha annunciato che il Comune sta valutando la possibilità di non far pagare a bar e ristoranti la Cosap (tassa di occupazione del suolo pubblico) per il periodo di chiusura forzata legato all'emergenza sanitaria. «Mi sembra una proposta ragionevola - ha spiegato l'esponente del Partito democratico - È del tutto evidente che, rimanendo chiusi, bar e ristoranti non occupano i plateatici, di conseguenza è opportuno chew non paghino la tassa». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino