Actv, ecco il piano post emergenza contagio da coronavirus: «Meno corse e meno linee»

Actv, ecco il piano post emergenza contagio da coronavirus: «Meno corse e meno linee»
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Actv, piano post emergenza «Meno corse e meno linee»

TRASPORTO PUBBLICO
MESTRE «In queste condizioni Actv è in grado di tirare avanti al massimo per 12 mesi, con Cig a rotazione e i dirigenti con il 30% di stipendio in meno, e solo grazie al fatto che l'Azienda e il Comune hanno risanato i bilanci» spiega l'assessore alla Mobilità Renato Boraso: «Molti altri Comuni e Aziende del trasporto pubblico locale si ritrovano quasi nelle condizioni di pre fallimento. Non è una consolazione per noi ma è un sostegno per i 3 mila dipendenti e i cittadini che usano i mezzi pubblici».
NULLA PIÙ COME PRIMAIl problema, per i veneziani, è che devono rendersi conto che, anche per quanto riguarda i mezzi pubblici, nulla sarà più come prima. «Purtroppo è così, a maggio valuteremo con l'assessore al Bilanco se possiamo spostare qualche risorsa e fare delle correzioni ma sarà molto difficile anche perché non abbiamo solo i trasporti da coprire, ci sono altre nostre aziende in paralisi totale, vedi il Casinò. E gli utenti dovranno cambiare abitudini, non potranno più pensare di avere i servizi di prima, semplicemente perché saranno insostenibili economicamente».
Cambiare abitudini che significa? «Che anche dopo la fine dell'emergenza ci saranno meno corse, meno linee e meno frequenze, e così le persone dovranno imparare a utilizzare molto di più i centri di interscambio, soprattutto piazzale Cialdini, fare più strada a piedi tra una fermata e l'altra e sapere che dovranno aspettare di più il mezzo».
D'altro canto solo di autisti ce ne sono 390 in servizio sui 780 totali, stessi tagli per i piloti e il personale di navigazione. «Si fa presto a fare i conti e a comprendere che prima di tornare alla normalità non basteranno mesi e non sarà più la normalità di prima - spiega Boraso -. Uno degli elementi fondanti della tenuta del sistema è l'introito dal turismo: ogni anno entravano 19 milioni di euro di Ztl bus, quasi 40 milioni dai vaporetti, 6 milioni dalla linea per l'aeroporto. I nostri mezzi trasportavano 44 mila passeggeri al giorno, tra turisti e pendolari. E dei turisti, negli ultimi 3 anni, solo in terraferma ne gravitavano 4 milioni l'anno che usavano bus e tram».
IL MACIGNOA proposito del tram, da tre anni il Comune paga 455 mila euro al mese di mutuo, e ne avrà ancora per altri 30 anni. «La gestione dei convogli rossi già in condizioni normali, e con l'enorme lavoro fatto da Avm e dai tecnici comunali per organizzare al meglio il sistema ed eliminarne i difetti, è in perdita di 6 milioni di euro l'anno. Ora senza i 44 mila passeggeri come lo pagheremo il mutuo? E anche quando torneranno a viaggiare i pendolari mancheranno sempre i turisti».

Per questo l'Azienda si sta apprestando a scrivere alla Bei, la Banca europea degli investimenti. «Sì, chiederà la sospensione del mutuo per almeno 12 mesi, altrimenti dovremo arrangiarci ma sarà molto dura, anche perché, come ha ricordato il sindaco Brugnaro, dal Governo non è arrivato ancora un euro per sostenere il servizio pubblico».
Elisio Trevisan  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino