L'emergenza Coronavirus e l'energia del popolo del Nordest

L'emergenza Coronavirus e l'energia del popolo del Nordest
Non è semplice individuare segnali positivi in una stagione così difficile e impietosa come quella che stiamo attraversando. Siamo chiamati a combattere una dura...

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Non è semplice individuare segnali positivi in una stagione così difficile e impietosa come quella che stiamo attraversando. Siamo chiamati a combattere una dura battaglia contro un nemico invisibile che ci costringe tutti, ciascuno per la propria parte, in prima linea. Ma il sondaggio sull'impatto del coronavirus a Nordest che Demos ha realizzato per l'Osservatorio del Nordest del Gazzettino, ci offre anche una chiave di lettura diversa. Perché fa emergere un tratto importante: ​il senso di coesione e di comunità che sembra contraddistinguere,particolarmente in questa fase, il nostro territorio.


Valori importanti e tradizionali del Nordest, ma che, leggendo i dati del sondaggio, sembrano aver trovato una nuova forza ed energia nell'emergenza e possono (devono) rappresentare un patrimonio importante nel momento cui, sconfitto il virus, si dovrà ripartire e ricostruire. Scorrendo le risposte c'è un filo rosso evidente: la comune percezione, trasversale a età, appartenenze sociali e orientamenti politico-culturali, della gravità della situazione e la convinzione della necessità di misure incisive.
 
Se infatti il 73% è molto o abbastanza preoccupato per i rischi di contagio, non meno elevata è la consapevolezza della gravità del fenomeno coronavirus. Certo, non manca chi considera eccessive le misure adottate (il 6%), ma è una residua minoranza. Molti di più (il 29%) sono coloro che giudicano le misure adottate ancora insufficienti. Ancora più diffuso è il consenso (quasi 9 su 10) sulla scelta di chiudere i negozi, bar e ristoranti. Solo nei confronti dello stop alle attività produttive si registra un fronte di perplessità: circa un quarto delle persone si dichiara contrario. Ma questo atteggiamento sconta, con ogni probabilità, le preoccupazioni di un tessuto produttivo, come quello del Nordest, composto in larga parte di piccole e medie aziende, più indifese, anche finanziariamente, e più spaventate di fronte all'emergenza e alle inevitabili conseguenze che l'effetto virus avrà sull'economia globale.


Questo senso di comunità emerge in modo ancora più evidente nei giudizi sul comportamento delle istituzioni. Tutti, dal centro alla periferia, da Venezia a Roma passando per i comuni più piccoli, sono largamente positivi. L'emergenza ha diluito le differenze politiche e fatto prevalere il bisogno di coesione e di unità, al di là di tutte le differenze. Un sentimento che premia maggiormente, com'era in parte prevedibile, i presidenti di regione e in particolare quello più mediaticamente esposto sul fronte coronavirus, ossia Luca Zaia. Oltre il 75% giudica molto o abbastanza efficace l'azione dei governatori del Nordest: un consenso decisamente alto anche per un presidente di regione popolare come quello della Regione Veneto. Ma anche nel giudizio sul governo nazionale prevale il senso di coesione: benchè il Nordest sia in larga parte un territorio all'opposizione rispetto all'attuale maggioranza rosso-gialla, un'ampia maggioranza, oltre 6 su 10, dei suoi cittadini approva il comportamento di Conte e della sua coalizione. Coesione e senso di comunità, appunto. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino