PORCIA - Nessuna conseguenza del Coronavirus sulle attività commerciali gestite a Porcia da cittadini di origine cinese. I purliliesi non si sono dunque fatti spaventare...
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L’INCONTRO
A confermarlo è il sindaco Marco Sartini, che assieme al presidente del consiglio comunale Fabio Dell’Agnese (nella foto) nei giorni scorsi ha incontrato gli esponenti della piccola comunità cinese di Porcia. «In meno di dieci anni - spiega il primo cittadino - numerosi esercizi commerciali gestiti da cinesi hanno aperto la loro attività a Porcia. Si tratta di una comunità molto laboriosa, che cresce di anno in anno e che ha spesso dipendenti italiani che lavorano all’interno». In alcuni casi, i commercianti di origine cinese hanno riportato importanti servizi in zone periferiche del territorio. È stato per esempio un imprenditore di origine cinese, Federico Liu, ad aprire a Palse il L&M Market, colmando così la mancanza da anni di un negozio di alimentari nella frazione, così come è gestito da un titolare di origine cinese il Bar Gipsy, punto di riferimento per i residenti di Rondover. In seguito alle note vicende dell’epidemia da Coronavirus che stanno mettendo in difficoltà un grande Stato come la Cina, lunedì ho voluto incontrare in municipio la piccola ma crescente comunità cinese, per testimoniare la nostra piena solidarietà per il periodo che stanno attraversando. Consci del difficile momento e della grande difficoltà nell’affrontare una crisi sanitaria così importante - ha detto il sindaco al gruppo di purliliesi di origine cinese -, l’amministrazione vi è vicina in questa emergenza».
I TIMORI
Il rischio, per gli operatori commerciali cinesi sul territorio italiano, è soprattutto quello che le paure legate al Coronavirus allontanino la clientela dalle loro attività, anche quando non vi siano motivi di preoccupazione legati alla presenza di persone che abbiano recentemente effettuato viaggi in Cina. Ma i purliliesi non sembrano essersi fatti prendere da timori ingiustificati, come conferma Sartini: «È stata anche l’occasione per accertarmi di persona se vi fossero stati dei segnali di flessione della loro attività o, peggio, evidenti segnali di pregiudizio, in seguito alle notizie sulla grave epidemia. Ho potuto invece apprendere dalla viva voce dei commercianti che non vi sono state né flessioni nella quotidiana attività degli esercizi commerciali presenti sul territorio, né alcun comportamento irrispettoso, di discriminazione o di intolleranza nei loro confronti. A testimonianza della correttezza e del profondo rispetto dei nostri concittadini verso la comunità cinese». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino