Coronavirus, la diocesi: «Prendere l'ostia sulla mano e scambio della pace facoltativo»

Consegna dell'Eucarestia sulla mano
PADOVA - Alla luce della situazione che si è creata con la diffusione del Coronavirus in alcune zone del proprio territorio, la Diocesi di Padova è in contatto con...

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PADOVA - Alla luce della situazione che si è creata con la diffusione del Coronavirus in alcune zone del proprio territorio, la Diocesi di Padova è in contatto con le competenti Autorità pubbliche al fine di applicare responsabilmente le disposizioni di protezione emanate per le comunità interessate e quelle di preventiva cautela riguardanti l’intero territorio. Qualora ci fossero delle Ordinanze comunali che adottino provvedimenti ufficiali, i parroci e i responsabili delle diverse realtà parrocchiali vi si atterranno rigorosamente, anche se si trattasse – ove richiesto – di tenere chiuse le chiese, sospendendo le celebrazioni.


Nelle parrocchie situate nel comune di Vo’, finora indicate dalle Autorità, non saranno possibili celebrazioni pubbliche, nemmeno domenicali. I fedeli ivi residenti sono dispensati dal precetto di partecipare alla Santa Messa. La stessa raccomandazione è per le comunità che fossero raggiunte da simili provvedimenti delle rispettive Autorità civili.

Per quanto riguarda le celebrazioni liturgiche nelle comunità non interessate da restrizioni, si suggerisce di osservare le normali attenzioni sanitarie più volte ribadite e di provvedere alla distribuzione dell’Eucaristia sulla mano, a titolo prudenziale, con senso di realismo e senza creare inutili allarmismi.

A VENEZIA

Vicario generale del Patriarcato di Venezia mons. Angelo Pagan ha trasmesso una comunicazione ai sacerdoti della Diocesi in cui precisa «Cari confratelli, poiché da più parte sono giunte richieste di notizie su come comportarsi in relazione al Covid-19, rispondo di attenersi alle usuali indicazioni igieniche già diffuse, lavandosi accuratamente le mani ed evitando contatti inutili, come potrebbe essere lo scambio della pace (che è facoltativo), e di rimanere in attesa di eventuali indicazioni dalla Prefettura, che ha a disposizione le competenze medico-scientifiche necessarie per dire se c'è effettivamente qualcosa da fare e, nel caso, che cosa fare».
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Il Gazzettino