TREVISO - Dall'inizio dell'emergenza Covid 19 sono state ventimila le domande di cassa integrazione e 55mila i lavoratori autonomi destinatari del bonus. I numeri record...
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IL QUADRO
In neppure tre mesi, da marzo fino a giovedì scorso (ultimo aggiornamento dei dati disponibile), l'Inps di Treviso ha ricevuto 20.528 richieste di attivare sostegni al reddito per lavoratori dipendenti di aziende che, a causa dell'epidemia virale, hanno dovuto sospendere o ridurre la propria operatività. Ne ha definite 19.863. La parte del leone, tra le varie tipologie, la fa naturalmente la cassa integrazione ordinaria, ma anche la cig in deroga, il Fis (il fondo di integrazione salariale destinato a chi non ha la copertura normale) e la cassa riservata agli operai del settore agricolo hanno conosciuto un balzo eccezionale.
GLI AIUTI
Altrettanto massiccio l'accesso al bonus istituito ad hoc dal governo a favore delle partite Iva individuali impossibilitate a lavorare durante l'emergenza: sono quasi 55mila gli autonomi, i professionisti, i lavoratori dello spettacolo e gli stagionali trevigiani ad aver richiesto il contributo da 600 euro, per un importo complessivo corrisposto di oltre 65 milioni e mezzo di euro tra marzo e aprile. L'entità delle cifre in ballo, in entrambi gli ambiti, ha portato con sé anche delle polemiche sui tempi di erogazione concreta dei soldi agli aventi diritto. L'Inps di Treviso, tuttavia, può rivendicare tassi di definizione delle domande prossimi al 100% del pervenuto, segno che le pratiche vengono lavorate quasi in tempo reale o tutt'al più il giorno dopo a quello di presentazione. Per la cassa ordinaria, ad esempio, la giacenza ammonta a 288 istanze su oltre diecimila inviate. Un arretrato, peraltro, che la sede provinciale dell'ente contava di colmare già nel fine settimana corrente. Fin dai primi giorni dell'emergenza, infatti, la struttura ha costituto al proprio interno apposite task force dedicate alla fase istruttoria e all'autorizzazione delle singole prestazioni e alla liquidazione dei cosiddetti Sr41, ovvero i pagamenti effettuati direttamente (più di 38mila i lavoratori interessanti da questa modalità). E gli addetti operano anche nei festivi e in smart working. Il tutto, va ricordato, continuando ovviamente a garantire le attività ordinarie, dal pagamento delle pensioni al riconoscimento delle invalidità civili, ad esempio quelle legate a patologie oncologiche. Nel caso di ritardi nei versamenti, dunque, fanno sapere dall'istituto, potrebbe trattarsi di prestazioni autorizzate dai ministeri a livello centrale oppure liquidate in modo autonomo da altri soggetti, come enti bilaterali, comunque non direttamente di competenza dell'Inps.
COLLABORAZIONE
«Vi è stato uno stretto e sinergico rapporto con i consulenti del lavoro, con le associazioni di categoria datoriali, come Assindustria, Confartigianato o Confcommercio, e quelle dei lavoratori, ovvero sindacati e patronati, al fine di garantire nel più breve tempo possibile l'erogazione delel prestazioni ordinarie e straordinarie», sottolinea Marco De Sabbata, direttore provinciale dell'Inps di Treviso e Belluno. Un progetto speciale, inoltre, è stato avviato con il Comune di Treviso: «Con il sindaco Mario Conte e l'assessorato ai Servizi sociali abbiamo istituito uno sportello informativo integrato per la gestione dei casi più delicati dal punto di vista sociale: l'assessorato segnala la problematica e l'Urp Inps la prende in carico per la immediata e tempestiva risoluzione». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino