Il patto in casa di riposo tra gli operatori: stile di vita controllato. «E finora zero casi positivi»

Don Brunio Libralesso, direttore della Casa riposo don orione a Trebaseleghe
TREBASELEGHE - Tutti i 130 dipendenti della Casa di riposo don Orione hanno sottoscritto un'autocertificazione di buona condotta per garantire la serietà di un...

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TREBASELEGHE - Tutti i 130 dipendenti della Casa di riposo don Orione hanno sottoscritto un'autocertificazione di buona condotta per garantire la serietà di un comportamento adeguato all'emergenza sanitaria del Covid-19. Gli operatori del centro per anziani di Trebaseleghe si sono obbligati a tenere nella vita privata, fuori dai turni di servizio, uno stile assolutamente controllato. Per il periodo della pandemia sono stati esplicitamente invitati a non uscire da casa ed effettuare in macchina solo il tragitto tra la propria abitazione e il luogo di lavoro.


CON 37 GRADI NON SI ENTRA
Non solo. Ogni giorno prima di entrare al don Orione gli operatori e i dipendenti si misurano la febbre e se il termometro dovesse segnare i 37 gradi corporei non si entra. Non può essere solo una mera fatalità che il centro don Orione, 33 anni di storia e 145 ospiti presenti, non abbia registrato dall'inizio dell'epidemia, fino ad ora, nessun caso di positività. Il direttore della struttura, don Bruno Libralesso, trebaselincense d'origine che è ritornato a “casa” qualche anno fa dopo aver maturato diverse esperienze in altre realtà nazionale e all'estero, manifesta tranquillità e serenità: «Noi abbiamo chiuso la nostra struttura ai parenti e agli esterni una settimana prima dell'imposizione governativa - afferma don Bruno -. Non abbiamo lasciato nulla d'intentato. Gli anziani che presentavano l'inizio di qualche malessere o che avevano una temperatura corporea superiore ai 37 gradi sono stati sistematicamente sottoposti al tampone. I test, ad oggi, sono tutti negativi. Anche i nostri dipendenti hanno fatto gli esami e si sono impegnati formalmente a prestare la massima attenzione anche lontano da qui. Non abbiamo somministrato nessun kit sierologico: continuiamo con la metodologia dei tamponi che ci offre la serenità necessaria per proseguire». 

TEST NEGATIVI MA C'E' IL "PIANO B"
Don Bruno Libralesso è un uomo di fede. Per scongiurare questa crisi prega e si affida a Don Orione, ma non dimentica l'obbligo di osservare le disposizioni del Governo: «Al don Orione preghiamo incessantemente - ribadisce don Libralesso - e al contempo tutti noi cerchiamo di rispettare le regole. Anche se è un sacrificio con queste belle giornate, dobbiamo rimanere a casa. Non ci sono alternative. Non possiamo adesso abbassare la guardia e comportarci come prima. Faremo di tutto perché nessuno dei nostri ospiti venga contagiato dal virus». L'ultimo pensiero del 77enne prete padovano che dirige la struttura per anziani a nord del paese è che il coronavirus, in qualche modo, entri tra le mura domestiche.  
Ad ogni modo il direttore, assieme a qualche suo stretto collaboratore, ha sgombrato cinque stanze ed ha spostato i letti in un'area appositamente pensata in caso di emergenza

«Vogliamo ulteriormente prepararci a qualsiasi eventualità - ammette don Bruno -, abbiamo ricavato all'interno della struttura un reparto che servirà per curare le persone contagiate. Ripeto, ad oggi la nostra situazione è sotto controllo e non ci sono casi dubbi ma, volendo rispettare le disposizioni del Governo, abbiamo voluto predisporre preventivamente un'area destinata a questa evenienza». Il legame tra la casa don Orione e il comune di Trebaseleghe è sempre stato profondo e collaborativo. Il presidente del consiglio comunale Devis Trevisanato è un forte sostenitore di un rapporto indispensabile per la qualità della vita cittadina: «Il servizio erogato è straordinario – afferma -, tante attività programmate sono integrate con la vita sociale del nostro territorio. Come amministrazione dovremo solo tendere ed incrementare questa collaborazione foriera di benessere per i nostri anziani». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino