BELLUNO - Ci sono luoghi remoti, anche in Italia, dove il Coronavirus pare un'eco lontana. Non hanno negozi, non hanno folle. Microcosmi con un solo abitante, come in alcuni...
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Un cambiamento però c'è stato: «mi portano a casa la spesa e ciò che mi serve - racconta - sono organizzatissimi, e ringrazio molto il Comune e i volontari. Così come il medico della vallata, il dottor Claudio Allegro, che si preoccupa di tutti, chiamandoci ogni giorno». «La mascherina? Certo che ce l'ho - risponde - Anche se qui non mi serve. La adopero solo per scendere a Laste, quando arriva il camion della frutta e verdura».
Originario di Molinella di Bologna, Giuseppe Zaffagnini ha sempre fatto l'agricoltore. A Ronch si è ritirato 20 anni fa: «il posto più bello delle Dolomiti, qui mia moglie ed io ci siamo conosciuti e fidanzati». La moglie è mancata l'anno scorso. Non ha programmi per Pasqua l'unico residente di Ronch: «con questa emergenza - dice - la condanna più grande è la loro, non la mia». Il "bolognese" non è il solo eremita da queste parti. Sotto la Marmolada, in un'altra frazione di Rocca Pietore, vive la stessa condizione Costante Rossi, 64 anni, l'ultimo abitante di Bramezza, 1.450 metri di quota. Ex dirigente in una grande società, ha lavorato 40 anni a Venezia. Poi è tornato nel villaggio natale. Dove intanto se n'erano andati tutti. Costante non ha mai "staccato" con il mondo; grazie al web e al cellulare è aggiornato sul Coronavirus. Anche Costante ha la mascherina, «è una FFP2, mi serve per la polvere quando lavoro il legno». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino