Mamma e figlia infette a spasso senza motivo: accusa di epidemia colposa

Mamma e figlia infette a spasso senza motivo denunciate dai carabinieri forestali
PONTE NELLE ALPI - Mamma e figlia positive al Covid ma a spasso senza motivo. Rischia grosso la donna dell'Alpago fermata nella giornata di martedì 7 aprile, a Polpet...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
PONTE NELLE ALPI - Mamma e figlia positive al Covid ma a spasso senza motivo. Rischia grosso la donna dell'Alpago fermata nella giornata di martedì 7 aprile, a Polpet dai carabinieri forestali della stazione di Belluno che stavano effettuando un controllo, nell'ambito del dispositivo per il rispetto delle regole anti-contagio. 


«I militari - come spiegano dal comando provinciale dell'Arma  - procedevano ad accertamenti nei confronti degli occupanti di un'autovettura. Si trattava di tre persone: papà, mamma e figlia minore, che si trovavano senza alcuna giustificazione in quel luogo. Dal controllo della banca dati emergeva che la donna dell'Alpago e la figlia erano già state registrate come positive al coronavirus ed erano in attesa di un nuovo tampone in programma proprio quel giorno». A quel punto i carabinieri forestali prendono contatto con l'ospedale San Martino che conferma la positività, appurata ulteriormente dal risultatodel tampone arrivato oggi, 8 aprile.

E' scattata inevitabilmente la denuncia per la violazione del  "Testo Unico delle Leggi Sanitarie" (articolo 260 regio decreto numero 1265 del 1934) che prevede l'arresto da 3 a 18 mesi e l'ammenda da 500 a 5mila euro per il comportamento irresponsabile della donna, che non avrebbe impedito la diffusione della malattia infettiva. Ma la Procura della Repubblica, spiegano i militari, potrebbe anche propoendere per la violazione dell'articolo 452 del codice penale "Delitti colposi contro la salute pubblica". Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino