Detenuti donano 1000 mascherine e gel igienizzante all'Ulss 3 Serenissima

La cerimonia di consegna all'ospedale L'Angelo di Mestre
VENEZIA - I detenuti del carcere Due Palazzi di Padova che fanno parte della Cooperativa Giotto e le detenute del carcere femminile della Giudecca della cooperativa Rio...

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VENEZIA - I detenuti del carcere Due Palazzi di Padova che fanno parte della Cooperativa Giotto e le detenute del carcere femminile della Giudecca della cooperativa Rio Terà dei Pensieri hanno deciso di donare all' Ulss 3 Serenissima 1.000 kit contenenti ciascuno una mascherina Tipo I e un flaconcino di gel igienizzante. La cerimonia di consegna è avvenuta oggi, venerdì 29 maggio, all'ospedale all'Angelo di Mestre.


«Come cooperative sociali, Giotto e Rio Terà dei Pensieri non potevano sottrarci a questa sfida. Anche noi - sostiene il presidente della cooperativa Giotto Nicola Boscoletto - siamo stati fortemente colpiti dal tornado Coronavirus. Grazie a Dio una parte delle attività (anche se non a pieno regime) sono continuate. Mossi dalla nostra Mission - creare (in questo caso un grande risultato sarebbe mantenere) opportunità lavorative tanto per persone normodotate che svantaggiate, sostenute e accompagnate nella scoperta della propria dignità - ci siamo buttati a capofitto nel cercare nuovi mercati, nuove modalità lavorative per salvare quanti più posti possibile di lavoro e dare al contempo il nostro contributo di fronte a questa terribile emergenza sanitaria. Questa partita la vogliamo giocare fino in fondo, e se dovessimo perderla (ma speriamo di no) vogliamo perderla sul campo, non a tavolino». «Di fronte all'emergenza sanitaria e alle difficoltà del periodo - continua la presidente della cooperativa Rio Terà dei Pensieri Liri Longo - abbiamo reagito utilizzando i nostri punti di forza, che sono la creatività e la capacità di innovare. Così abbiamo utilizzato il nostro know how nella formulazione di prodotti cosmetici per produrre gel igienizzante. Nel periodo in cui i nostri clienti principali, le strutture turistico ricettive, sono chiuse, abbiamo dovuto aprire nuove opportunità di mercato per salvaguardare i posti di lavoro. La nostra economia e il nostro lavoro sono molto legati a Venezia e agli eventi culturali e di attrazione turistica che vi si celebrano. Venendo a mancare questo indotto, siamo rimasti senza commesse e siamo molto preoccupati».     Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino