VENEZIA - Gianni Corradini ha i finanziatori pronti a mettere 350 milioni di euro per costruire una nuova Casa da gioco di 5. generazione e acquisire la gestione del Casinò di...
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Andiamo con ordine. L’architetto Alvise Ferialdi del comitato "SIamo Palais Lumière" poco tempo fa ha parlato con l’ingegnere Rodrigo Basilicati, nipote di Pierre Cardin: «Mi ha detto che, se ci sono i presupposti, se ne può parlare. Non mi ha specificato nulla, c’è sicuramente qualcosa sotto che si sta muovendo ma fino a che non ha certezze non si può esprimere. Il Casinò potrebbe occupare un’ala della torre». E la cosa viene riportata anche da altri personaggi vicini allo stilista italo-francese e al mondo che lo aveva sostenuto nell’avventura veneziana.
Poi c’è l’ex amministratore delegato del Casinò di Venezia Gianni Corradini il quale dice che non tornerebbe ai vertici della società veneziana «nemmeno se me la regalassero. Con la mia famiglia ho già sofferto troppo» dice facendo riferimento alla sua defenestrazione, alle cause che ne sono seguite (e che ha vinto), all’irruzione di un commando nel suo studio da commercialista a San Donà e al sequestro della sua famiglia (i banditi sono stati arrestati e condannati).
Quali sarebbero, allora, le condizioni per poter realizzare l’operazione? «Primo: un contratto di management per 30 anni, e fuori la politica. Secondo: il Comune avrà il 51% delle quote, il diritto di votare il bilancio ma non potrà avere nessun altro tipo di ingerenza, si prende gli utili e basta, mentre la gestione, ripeto, va data a un management internazionale».
Perché esce adesso quest’idea? «Perché un’occasione come questa non si ripeterà più, la presenza del commissario e la contemporanea assenza dei politici. Attendere oltre, temo significherebbe la morte del Casinò». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino