Coppia arcobaleno riconosciuta all'anagrafe: due mamme sono genitori dei figli sui documenti d'identità

Due mamme riconosciute entrambe genitori dei figli all'anagrafe
TREVISO - «Come sempre la politica arriva dopo la società. Gli impiegati dell'anagrafe sono cittadini, vivono la realtà di tutti i giorni e si sono...

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TREVISO - «Come sempre la politica arriva dopo la società. Gli impiegati dell'anagrafe sono cittadini, vivono la realtà di tutti i giorni e si sono comportati in maniera perfetta». Michela Nieri, consigliera comunale del Pd, da sempre attiva sul fronte dei diritti, accoglie con favore la vicenda, raccontata via social dalle dirette interessate, della coppia arcobaleno, composta da due mamme, che si è vista riconoscere dall'anagrafe di Treviso i nomi di entrambe, in qualità di genitori, sui documenti relativi alla carta d'identità dei due figli minorenni. E questo malgrado la norma introdotta dall'allora ministro dell'Interno Matteo Salvini imponga di indicare una madre e un padre, o uno solo dei genitori, se dello stesso sesso. A Treviso come altrove, in mancanza di regole precise sono i dipendenti pubblici chiamati a dare una risposta al cittadino, a dover cercare di superare gli ostacoli legati alle palesi discrepanza tra le norme scritte e lo stato di fatto.

LE DIFFICOLTÀ
Non semplice, stando al racconto delle due mamme, far inserire nome e cognome di entrambe nei documenti anagrafici dei figli. Circostanza, questa, che il sistema non prevede dal momento che ammette solamente due genitori di sesso diverso, o, in caso di due donne o due uomini, un solo nominativo. Con il personale dell'ufficio che si è confrontato sulla corretta procedura da seguire, sottolineando che «a complicare le cose è la nuova procedura», ma che è infine riuscito ad aggirare l'ostacolo. «Da questa storia - commenta Antonio Monda del Coordinamento Lgbte di Treviso - si evince chiaramente che gli impedimenti al riconoscimento di una situazione accettata socialmente, di fatto e direi anche giuridicamente, viste le norme dell'Unione europea che sanciscono il diritto del bambino a vedersi riconosciuto lo status di figlio di entrambi i genitori, sono legati solo all'animo e all'atteggiamento di chi la norma la concepisce».

IL COMMENTO
L'unica, reale resistenza a stare al passo con i tempi, dice Monda, rimane quella del politico di turno. «L'atteggiamento dei funzionari dimostra invece che viene da tutti riconosciuto e accettato che sia un vulnus nei diritti del bambino il rischio di non vedersi apposti sui documenti i dati di entrambi i genitori». Con tutte le conseguenze pratiche che tutti possono intuire: «Immaginate cosa significhi per un minorenne andare in giro, confrontarsi con l'autorità, andare all'estero con documenti che non diano atto della relazione di parentela con un genitore che invece venga riconosciuto da giudici e sentenze». L'auspicio, prosegue Monda, è che l'attuale normativa venga superata, anche se ancora una volta rischiano di essere i pronunciamenti della magistratura a forzare la contraddizione tra teoria e pratica. Dalla maggioranza di centrodestra nessun commento. Gli uffici sono chiusi per il ponte dell'Immacolata, non c'è stata la possibilità di confrontarsi con il personale, e al di là di questo la decisione delle impiegate dell'anagrafe viene valutata come una scelta tecnica in cui l'amministrazione non entra.

LA CRITICA


Ma la politica, quella nazionale, c'entra eccome secondo Nieri: «Queste situazioni non devono essere affidate alla volontà del singolo funzionario - incalza la consigliera - tutto va normato in maniera più aperta, con una visione europea. Non credo che la maggioranza di Ca' Sugana tenterà di mettersi in mezzo o far fare dietrofront agli uffici, nei quali ha peraltro molta fiducia. Il fatto è che in una società come quella di oggi, che si evolve continuamente, l'idea della coppia di genitori composta solamente da padre e madre è troppo restrittiva: Salvini dovrebbe stare in mezzo alla gente e capire che il mondo va avanti». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino