L'amica di Francesco, morto folgorato: «Gli gridavo di non arrampicarsi»

Katia Cibin, la compagna di Francesco Ragona
ESTE - «Sto male, mi dispiace. Mi è rimasta impressa la scena, non riesco a togliermela dagli occhi». Katia Cibin, 54 anni, lo scorso martedì sera ha...

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ESTE - «Sto male, mi dispiace. Mi è rimasta impressa la scena, non riesco a togliermela dagli occhi». Katia Cibin, 54 anni, lo scorso martedì sera ha visto Francesco Ragona, l’uomo che frequentava da quasi quattro anni, morire in un modo tanto assurdo quanto tragico. Il 32enne è rimasto folgorato mentre si arrampicava su un traliccio dell’Enel vicino al centro commerciale Extense. Katia era con lui da circa un’ora, stavano discutendo nel parcheggio della struttura, quando Francesco ha cominciato la sua folle impresa.


 

IL DRAMMA
«Ci siamo incontrati quando ha cominciato a fare buio. – spiega Katia - Non stavamo discutendo di chissà cosa, era una conversazione normale, forse un po’ agitata. Cosa è successo dopo? Francesco non ha detto niente di particolare, all’improvviso ha cominciato a salire, l’ha deciso e basta. Una cosa improvvisa e senza senso. Di certo non l’ho costretto io ad arrampicarsi, non farebbe parte del mio carattere: io cerco di evitare i problemi, non di crearli. Gli dicevo “smettila, scendi”. Ma no, lui è andato su, non mi ha ascoltato. È andato oltre, fino in cima, fino a quando si è fulminato. 32 anni...».
La voce di Katia diventa un sussurro, una nota tremula, poi si fa di nuovo chiara e distinta. «Lui voleva la morte – si dice certa la 54enne – Mi sto convincendo di questa cosa perché già due anni fa aveva manifestato l’intenzione di farla finita». Qualsiasi pensiero abbia attraversato in quei momenti la mente di Francesco, appare ormai quasi certo che a pesare sulla sua decisione sia stato però soprattutto il quantitativo di alcol ingerito. «Aveva bevuto, eccome – conferma Katia - Era andato al supermercato, al Mega, e si era preso due litri di vino. Uno sono riuscita a sequestrarlo, ce l’ho ancora in frigorifero. L’altro però se l’è bevuto. Aveva questo problema, ma non voleva saperne di essere aiutato».
 

IL LAVORO
L’ultimo periodo, tuttavia, sembrava che le cose si stessero pian piano sistemando per il 32enne. «L’ho costretto a rimettersi in carreggiata, ho tentato di risolvere la sua problematica, davvero. Ma niente da fare, era una causa persa. – sospira Katia – E dire che nell’ultimo periodo aveva trovato un lavoro. La scorsa settimana era anche stato a Cortina per questa nuova occupazione, era tornato venerdì, dopo tre giorni. Era una persona che si adeguava, faceva un po’ di tutto». Katia chiarisce dunque il rapporto che la legava a Francesco, nonostante la considerevole differenza d’età. «Ci eravamo conosciuti per caso circa 4 anni fa e da allora ci frequentavamo, tra alti e bassi – racconta – Lui era innamorato pazzo di me, così diceva, io ero più indifferente. Non sono mai stata innamorata di lui, o meglio non potevo permettermelo, perché il nostro era un rapporto burrascoso, segnato da periodi bui. Quando Francesco stava bene e aveva momenti lucidi era una persona meravigliosa, però quando beveva...».


Nonostante tutto, però, il legame che univa la coppia è rimasto saldo per tanto tempo. E così, nel momento del dolore, Katia si è sentita in dovere di dare la tragica notizia alla famiglia di Francesco, con la quale, spiega però, «ho rapporti scarsi. Subito dopo l’incidente ho chiamato Claudia, la sorella di Francesco. Le ho detto “tuo fratello è morto”». Una frase cruda e diretta, detta probabilmente in stato di shock, appena qualche minuto dopo la tragedia. Katia ha completato il suo racconto e a questo punto le lacrime trovano sfogo. «Mi dispiace, mi dispiace così tanto. – ripete – Penso e ripenso a quella scena, alla fiammata. Avrei voluto aiutare Francesco. Non me lo ha permesso nemmeno questa ultima volta, non mi ha ascoltato, ha superato il limite».
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Il Gazzettino