Rovigo. Un lavoratore su dieci in nero, 45 imprenditori denunciati: il bilancio dei controlli del Nil

I carabinieri dell’Ispettorato del lavoro tirano le somme dell’attività svolta nel corso dell’anno appena concluso

Controlli sulla sicurezza
ROVIGO - Controlli mirati, certo. Ma nelle attività che nel corso del 2023 sono state passate in rassegna dai carabinieri del Nil, il Nucleo Ispettorato del lavoro di...

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ROVIGO - Controlli mirati, certo. Ma nelle attività che nel corso del 2023 sono state passate in rassegna dai carabinieri del Nil, il Nucleo Ispettorato del lavoro di Rovigo, un lavoratore su dieci è risultato occupato in nero. È il dato macroscopico che emerge dal bilancio delle operazioni compiute dal Nil in Polesine negli ultimi 12 mesi. Complessivamente sono state 83 le attività controllate, per 22 delle quali, oltre una su quattro, è stato emesso un provvedimento di sospensione dell’attività: dieci per violazioni sulla sicurezza sul lavoro e 12 per l’impiego di lavoratori in nero, con 45 imprenditori denunciati, sanzioni e ammende per 444mila euro. Dei lavoratori trovati nel corso delle ispezioni, 393 in tutto, ben 39 sono risultati privi di regolare contratto. In tutti i campi, da un centro massaggi a una pompa di benzina, da un bazar a un barbiere, passando per i locali pubblici.

IMPEGNO CONGIUNTO
I controlli del Nil sono proprio finalizzati a prevenire e reprimere i fenomeni dello sfruttamento del lavoro e di quello sommerso, nonché alla verifica del rispetto della normativa sulla tutela della salute e della sicurezza. Le 83 ispezioni, circa sette al mese, sono state tutte pianificate con un’attività di indagine preventiva, con la collaborazione dei carabinieri delle Compagnie di Rovigo, Adria e Castelmassa del comando provinciale, nonché del personale dell’Ispettorato territoriale del lavoro, del servizio Antitratta, dello Spisal dell’Ulss 5, dei carabinieri forestali, dei vigili del fuoco e dei mediatori culturali quando i controlli hanno interessato aziende con presenze straniere. Per quanto riguarda i settori, in quello edile sono state controllate 23 ditte di costruzioni, 11 delle quali con irregolarità in materia di sicurezza. In particolare, fra le violazioni riscontrate con più frequenza, l’utilizzo di attrezzature di lavoro non conformi, il non aver adottato nei lavori in quota adeguate impalcature, ponteggi o attrezzature tali da eliminare i pericoli di caduta, il non aver assicurato nei ponteggi il piede dei montanti a una base di appoggio solida e sicura, il non aver realizzato una recinzione idonea a impedire l’accesso al cantiere agli estranei e il non aver munito il personale di tessera di riconoscimento.
Controlli straordinari hanno poi interessato ditte gestite da stranieri, in particolare nel settore della ristorazione e dei bar, con ispezioni in 23 pubblici esercizi, 13 dei quali risultati irregolari in materia di sicurezza. Fra le contestazioni ricorrenti, oltre alla mancata formazione dei lavoratori, il non aver designato un incaricato di primo soccorso e gestione delle emergenze, l’aver installato impianti di videosorveglianza senza le dovute autorizzazioni, il non aver inviato i lavoratori a visita medica preventiva e il non aver effettuato la valutazione dei rischi, con conseguente sospensione dell’attività.

MANIFATTURA SOTTO ESAME


Un’altra importante quota di controlli ha interessato il manifatturiero, in particolare i laboratori tessili, con 20 attività ispezionate, tutte gestite da imprenditori cinesi o pakistani, ben 16 delle quali con irregolarità sulla sicurezza. In un laboratorio di Lusia sono stati trovati tre lavoratori in nero, mentre in uno a Papozze ben sette. Per ultimo il settore agricolo, con i controlli effettuati, insieme al personale dell’Istituto territoriale del lavoro, nell’ambito del progetto “Alt Caporalato!”, in 32 fra società e ditte individuali, con 156 lavoratori complessivamente controllati, dei quali 49 italiani, 5 stranieri comunitari e 96 provenienti da Paesi extra-Ue, cinque dei quali clandestini, originari in particolare del Marocco e dell’India, denunciati per la loro presenza irregolare in Italia. Ben 22 i lavoratori in nero trovati nei campi, con situazioni che hanno portato alla luce, come scritto dallo stesso Ispettorato del lavoro, «paghe insufficienti e situazioni alloggiative degradanti». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino