​Contributi per centrale a biomasse mai messa in funzione: 32 nei guai

Un progetto per una centrale a biomasse mai realizzata
UDINE - La finalità della richiesta di contributi giunta alla Regione Fvg da un Comune della provincia di Udine era senz’altro meritoria: costruire una centrale...

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UDINE - La finalità della richiesta di contributi giunta alla Regione Fvg da un Comune della provincia di Udine era senz’altro meritoria: costruire una centrale innovativa, in grado di produrre energia termica ed elettrica, utilizzando biomassa reperita sul territorio, quindi a bassissimo impatto ambientale. La realtà dei fatti, purtroppo, racconta di una vicenda che si è conclusa con ben altri esiti. La centrale - la cui realizzazione è stata possibile grazie a circa 1.700.000 euro, soldi pubblici - non è mai stata pienamente funzionante; i certificati di collaudo attestavano la regolare esecuzione dei lavori dalla fine del 2008 ma a tutto il 2015 l’impianto non ha mai prodotto un solo Kw di energia elettrica. I contributi pubblici, invece, sono stati regolarmente ottenuti proprio sulla scorta di quelle certificazioni e in virtù delle attestazioni presentate annualmente alla Regione.

 
La Guardia di Finanza di Trieste, coordinata dalla Procura di Udine, ha scoperto non solo che il polo era strutturalmente non idoneo al funzionamento ma che è stato necessario sostenere ulteriori ingenti costi per l’integrale sostituzione di diversi componenti essenziali. Diversi soggetti, sia privati che pubblici, coinvolti a vario titolo nella realizzazione dell’opera, erano perfettamente a conoscenza di queste anomalie, ma tutti hanno taciuto per non incappare nella revoca dei contributi che, inevitabilmente, sarebbe intervenuta qualora la centrale non fosse stata terminata nel rispetto dei tempi. Sebbene l’impianto non fosse funzionante, progettisti ed esecutori dei lavori sono stati tutti pagati senza alcuna possibilità per il Comune di rivalersi sulle garanzie fidejussorie, nel frattempo svincolate.
 

Dunque, come risolvere il problema senza farlo sapere a nessuno? È bastato affidare il ripristino della funzionalità a chi ha progettato l’opera e ne ha diretto i lavori senza, però, creargli alcun danno economico. La soluzione è stata facile: ammortizzare i costi di rimessa in funzione attraverso i ricavi che sarebbero stati conseguiti dalla gestione ventennale della centrale. A conclusione delle indagini, sono state denunciate 7 persone coinvolte a vario titolo, per i reati di concorso in truffa aggravata ai danni dello Stato, abuso d’ufficio e turbativa d’asta. Sono state segnalate alla Procura della Corte dei Conti 25 persone responsabili di un danno erariale pari a 2.700.000 euro.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino