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TREVISO - Le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Treviso, nell’ambito dell’analisi dei flussi veicolari che provengono dall’Est Europa e che attraversano la viabilità del territorio veneto, hanno intercettato un autoarticolato con a bordo 30.000 litri di benzina, dichiarata come “diluente aromatico” nei documenti di trasporto. Il mezzo, individuato dai finanzieri della Compagnia di Treviso e della Tenenza di Montebelluna nel corso di un controllo congiunto al casello autostradale di Venezia Est, dopo essere partito dalla Bielorussia e aver eseguito le operazioni doganali in Polonia, era entrato nel territorio nazionale dal valico di Gorizia - Sant’Andrea ed era diretto in Calabria. Il conducente bielorusso, alla domanda circa la merce trasportata, l’origine e la destinazione del viaggio, è stato evasivo, affermando di trasportare una non meglio precisata sostanza chimica e di non conoscere il luogo di destinazione finale in Calabria, esibendo una lettera di vettura internazionale riportante il nome di una onlus con sede in provincia di Roma, che però non disponeva di depositi industriali, dipendenti e unità locali fuori dal Lazio. A insospettire ulteriormente i finanzieri trevigiani circa la regolarità del trasporto è stata la circostanza che l’autoarticolato, per raggiungere la destinazione finale, avrebbe dovuto percorrere in tutto circa 3.000 km per la sola tratta di andata, il che rendeva l’operazione commerciale del tutto illogica, sia per il tempo impiegato che per i costi.
La conferma che si trattasse di benzina – e dunque di un prodotto sottoposto ad accisa – è giunta dalle analisi, svolte dal Laboratorio Chimico dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Venezia.
Il Gazzettino