VENEZIA E adesso il fronte che preoccupa di più nella guerra senza quartiere a Covid-19, è quello delle case di riposo. Due delle sette vittime veneziane di...
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LA GIORNATA Lo specchio delle ultime ventiquattro ore veneziane nell’era coronavirus è arrivato come sempre dall’analisi di Azienda Zero. Un bollettino che ha visto registrati altri sei decessi (a sette ci si arriva con la croce di Eulalia Rutter della Francescon, non contata nello scorporo dei vari ospedali veneziani). Quattro i decessi di ieri: quello di Giancarlo Busato, 75 anni di Favaro (è il quinto decesso del quartiere e la cosa inizia a preoccupare), spirato a Dolo; di Vladimiro Mazzucato, 73 anni di Oriago di Mira, morto a Dolo; di L. S., 94 anni di Chioggia, deceduta a Dolo; e di Antonio Medici, 85 anni di Marcon, morto all’ospedale dell’Angelo. Sono deceduti l’1 aprile (ma sono stati registrati in tabella solo ieri) Ugo Frate, 86 anni di Mestre, morto all’Angelo e proprio Liliana Marchi, spirata a Dolo. Con le loro, senza contare il decesso di ieri in casa di riposo, salgono a 86 le morti dallo scoppio della pandemia.
In ripresa anche il numero dei contagi che con i 66 registrati ieri, arrivano a quota 1.308: al momento di positivi a Covid-19 sono però 1.114 persone. Le buone notizie arrivano come sempre da qualche giorno dal numero dei pazienti guariti (arrivato a 123, +6 rispetto a ieri) e dal calare continuo, seppur lento, degli uomini e delle donne ricoverate in ospedale, scese a 293. In diminuzione anche i pazienti in Terapia Intensiva che, calando di altre due unità, scendono a 55 posti letto occupati nel territorio dell’Ulss 3 Serenissima: mai così pochi da quando, a metà marzo, la curva aveva iniziato a salire in maniera vertiginosa.
«Nei giorni scorsi abbiamo chiesto un tavolo di monitoraggio con Ulss, sindaci e Ipab e diventa sempre più urgente farlo - fa sapere il segretario generale di Venezia di Fp Cgil, Daniele Giordano - Siamo molto preoccupati per l’aumento dei casi nelle IPAB e riteniamo sempre più necessario l’avvio di questa cabina di regia oltre al sostegno a quei lavoratori e lavoratrici che sono in prima linea in questi centri servizi. L’Ulss si è impegnata a monitorare quotidianamente la situazione» anche attraverso la campagna di tamponi a ospiti e sanitari.
LE STRUTTURE Mentre si è in attesa che il macchinario arrivato nel laboratorio di Mestre possa essere messo in funzione per l’analisi dell’immensa mole di tamponi fatti (il problema è la mancanza di reagenti) le strutture ospedaliere si stanno organizzando per reggere le settimane cruciali dell’assalto. Con Chioggia che rimane come ospedale di riserva, a Dolo sono stati completati ieri i 35 letti di Terapia Intensiva di quello che è diventato l’ospedale Covid per volere della Regione. Mentre a Noale si stanno accogliendo i pazienti in lungodegenza al 3° piano. È stata svolta un’attività in collaborazione con il Distretto per cercare di sistemare i pazienti che hanno bisogno di ricovero in altre strutture e che erano ricoverati da tempo nella struttura noalese. Dopo l’emergenza si vedrà come ritornare nell’alveo della programmazione regionale. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino