OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
BELLUNO «Abbiamo anziani positivi ma stanno tutti bene: è la notizia più importante». Ci tiene a fare questa premessa, Maria Chiara Santin, amministratore unico Asca, prima di confidare che nella casa di riposo di Agordo il virus è tornato a battere alla porta. Anzi, l’ha sfondata. La sera del primo gennaio un operatore sanitario ha scoperto di essere positivo. È partita la solita profilassi e sono emersi nuovi casi. Uno, due, tre colleghi. Infine gli ospiti: sono una 15ina e tutti appartenenti allo stesso nucleo (ora isolato) gli anziani trovati positivi al covid-19. Nessun sintomo, per ora. Sono coperti dalla dose booster e stanno bene. «Siamo certamente molto presi dalla situazione – aggiunge Santin – ma sereni per come si sta manifestando. Agli operatori di quel nucleo stiamo facendo tamponi ogni giorno invece che ogni 4». Quella di Agordo è la casa di riposo più impegnata sul fronte della gestione dei contagi. Nel resto della provincia si contano pochi positivi per struttura e nessuna criticità.
IL CONFRONTO
A differenza delle scuole, dove nell’ultima settimana sono emersi casi in oltre 70 classi, i centri per anziani stanno reggendo bene la quarta ondata. «Si fa fatica lo stesso ad essere ottimisti – spiega l’amministratore unico di Sersa Paolo Santesso – Ma l’elemento forte da sottolineare è che in uno scenario come questo, con un numero di positivi così alto, le conseguenze dovrebbe essere drammatiche, invece non lo sono.
«IMPATTO PSICOLOGICO»
«Noi abbiamo circa 200 dipendenti – riflette il direttore Claudio Battocchio – e se non avessimo fatto tamponi quasi ogni giorno, non ci saremmo nemmeno accorti di avere positivi perché sono tutti asintomatici. Il problema è l’impatto psicologico di questa pandemia su chi lavora all’interno delle strutture. Abbiamo gli stessi protocolli di quando non esistevano i vaccini: è pesante». È un dettaglio che evidenzia anche Gian Paolo Sommariva, direttore della rsa di Lamon: «Abbiamo ancora in atto le regole più severe. Intanto le visite sospese, per lo meno quelle normali. Familiari e ospiti si vedono attraverso un vetro e si parlano tramite un microfono. Poi, ovviamente, mascherina e distanziamento per tutti gli altri». Nessuno è positivo a Lamon. Ogni tanto un operatore rimane a casa, ma la situazione è sotto controllo: «Sono sempre cauto. Oggi è così, domani chissà. Comunque facciamo tamponi ogni 4 giorni e speriamo di riuscire a contenere il contagio».
IL NODO DEL PERSONALE
Il covid non è l’unico problema che le case di riposo devono tenere monitorato. Azienda Zero sta per indire due maxi concorsi per infermieri e oss. Se a questo aggiungiamo le sospensioni dei no-vax, ad opera degli Ordini professionali di appartenenza, e le assenze del personale dovute al covid, il rischio è che i centri per anziani rimangano senza operatori. «Astrattamente – dichiara Santesso – c’è il pericolo di una diminuzione ulteriore dei posti letto. È un disastro che si accompagna a norme poco chiare. In questo caso non c’è nessun segnale positivo ma solo nubi temporalesche».
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino