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BELLUNO A Valle di Cadore sono risultati positivi al covid-19 anche due bambini che frequentano l’asilo. Due classi sono finite in isolamento e il pulmino è stato sospeso. In totale ci sono 8 positivi e quasi 50 persone chiuse in casa. A soli 5 chilometri di distanza c’è Pieve di Cadore. Un operaio residente fuori comune, non sapendo ancora di essere positivo, ha contagiato una famiglia da cui era andato a fare dei lavoretti in casa. Questo ha innescato un focolaio che, in pochi giorni, ha portato i contagi di Pieve a quota 50, con 4 ricoveri. Il virus torna a mordere la provincia. Non proprio alla testa, cioè il Comelico, com’era successo a ottobre, ma al collo. Quindi il Cadore.
LA PAURA
L’epicentro della terza ondata potrebbe essere proprio qui tra questi due comuni, Valle e Pieve, che hanno avuto un salto improvviso nel numero di nuovi positivi. A preoccupare il Dipartimento di Prevenzione è soprattutto Pieve di Cadore. «Abbiamo registrato una casistica più vivace in tutta la provincia ma soprattutto a Pieve – ha spiegato il direttore Sandro Cinquetti –. Nelle ultime 24 ore ci sono stati 13 casi. Siamo andati un po’ più a fondo e abbiamo scoperto un focolaio familiare importante con circa 20 persone positive, di cui 4 ricoverate in ospedale».
IL FOCOLAIO
Il “paziente zero”, in questo caso, è un operaio bellunese. Quando è entrato nell’abitazione di Pieve, per lavoro, il virus era in incubazione. Due giorni dopo sono usciti i sintomi ma intanto aveva contagiato innumerevoli persone creando quello che, in gergo, viene definito un «focolaio epidemico a sorgente comune». Alcuni tamponi sono stati inviati all’Istituto zooprofilattico di Padova per capire se si tratta di una delle varianti del virus. È sospetta, infatti, la rapidità con cui sono saliti i contagi.
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VERSO LA TERZA ONDATA
«La provincia sta registrando una casistica che torna a essere non buona», ha chiarito il direttore del Dipartimento di Prevenzione. In poche settimane si è passati da 15-20 a 30-50 casi al giorno. «In termini assoluti - spiega Cinquetti - non sono molti ma in termini relativi significa avere il doppio della casistica. E l’evoluzione epidemica si calcola in termini relativi, non assoluti». Quindi siamo all’inizio della terza ondata? «È presto per dirlo- risponde il direttore del Dipartimento Prevenzione -. Oggi non abbiamo una copertura vaccinale tale da poter contenere la diffusione del virus che ha davanti a sé praterie infinite». Tutto è ancora legato al comportamento dei singoli cittadini.
LA VERITÀ
Cosa si può dire ai bellunesi? «La verità - risponde Cinquetti -: c’è stato un abbassamento epidemico che non si è mai completato e poi una ripresa improvvisa. Di fronte a questa situazione, in cui abbiamo solo il 4% di popolazione vaccinata, non restano che i regolamenti, di carattere nazionale e regionale, forse anche locale, e i comportamenti individuali».
POSITIVI ANCHE I BIMBI
«I casi stanno aumentando anche da noi». È da un po’ di tempo che Marianna Hofer, sindaco di Valle, non si rivolgeva ai suoi cittadini tramite le dirette Facebook. Invece ieri l’ha fatto, di nuovo, per un semplice motivo: il numero dei positivi sta salendo. «Non preoccupiamoci troppo – ha rassicurato – La situazione è comunque sotto controllo. Le persone positive stanno abbastanza bene e non sono in ospedale». In totale sono 8. Tra questi, anche un bambino dell’asilo con conseguente isolamento dell’intera classe (12 bambini). «Ho sentito la direttrice – ha continuato il sindaco – ed è risultata positiva anche una bambina di un’altra classe che domani (oggi per chi legge, ndr) verrà messa in isolamento». Inoltre il pulmino per l’asilo è stato sospeso, in via precauzionale, «perché i bambini di quell’età non usano la mascherina».
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Il Gazzettino