Consulta, nuova fumata nera, al Csm entra la padovana Casellati

La senatrice Casellati
ROMA - Ancora una fumata nera per l'elezione di due giudici costituzionali mentre la padovana Casellati entra come membro laico al Csm: la senatrice di Forza Italia è stata...

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ROMA - Ancora una fumata nera per l'elezione di due giudici costituzionali mentre la padovana Casellati entra come membro laico al Csm: la senatrice di Forza Italia è stata infatti eletta come membro laico nel Consiglio superiore della Magistratura.




Il nodo Consulta. Per circa 40 voti a testa in meno, Luciano Violante e Donato Bruno non ce la fanno. I due incassano rispettivamente 530 e 529 voti. Troppo pochi per superare i 570 voti, cioè i 3/5 dei componenti delle Camere. Il Parlamento in seduta comune va avanti, invece, a piccoli passi sul Csm. Dopo aver eletto la settimana scorsa due esponenti del Pd (Giovanni Legnini e Beppe Fanfani) e uno di Ncd (Antonio Leone) ora riesce a mandare a Palazzo dei Marescialli altri 3 candidati: appunto la padovana Maria Elisabetta Casellati di Forza Italia, Teresa Bene del Pd e Renato Balduzzi di Scelta Civica. Lasciando fuori, almeno per il momento, gli altri: Luigi Vitali di FI e i due proposti dai 5 Stelle, Nicola Colaianni e Alessio Zaccaria, che non raggiungono il quorum oggi fissato in 482 voti (3/5 dei votanti).



Domani, assicurano i capigruppo di Pd e FI Roberto Speranza e Renato Brunetta, «si insisterà con gli stessi candidati che, oggi, è innegabile, hanno incassato parecchi voti». E questo, si spiega tra i Dem, perché si è deciso che «fino a quando i voti crescono si va avanti. Nel caso in cui invece comincino a calare si vedrà... ». Violante, nella precedente votazione, aveva preso 468 voti. Oggi ne prende 62 di più. Ma cosa potrebbe accadere di diverso domani rispetto ad oggi lo spiega con una certa determinazione il deputato Dem Ettore Rosato: «È chiaro che in queste ore cercheremo di fare pressing e di portare a votare chi oggi non lo ha fatto». Subito dopo la notizia della fumata nera, infatti, tutti puntano il dito sulle assenze e sottolineano quelle più eclatanti come quella di Niccolò Ghedini che sinora, si conferma anche tra gli azzurri, non avrebbe mai votato in questa tornata per i due giudici costituzionali.



Gli M5S, intanto, ribadiscono di non voler scendere a patti su nomi così politici come quelli di Bruno e Violante, mentre su candidature più tecniche lascerebbero una porta aperta. «È solo un problema legato alle assenze - minimizza Lorenzo Guerini - domani si risolve».




Oggi i vertici di Forza Italia con un sms avevano invitato i parlamentari a votare Donato Bruno, dopo la bocciatura di Antonio Catricalà. Evidentemente però i malumori fra i deputati azzurri, ma anche fra quelli del Pd, restano forti.



I capigruppo del Pd Roberto Speranza e di FI Renato Brunetta assicurano tuttavia che anche alla


votazione di domani si insisterà con il ticket Violante-Bruno. «Con un numero così elevato di voti - spiega Brunetta - non si abbandonano questi candidati, serve un altro sforzo». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino