VENEZIA - Ha emozionato e commosso lasciando prima a bocca aperta, poi facendo scattare applausi e incitamenti come neanche per i campioni affermati. Il pettorale 6184 Constantin...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
La sinistra, infatti, gli è stata amputata dopo aver lottato per vent'anni sottoponendosi a 35 (purtroppo vane) operazioni, per provare in tutti i modi a far crescere l'arto come il resto del corpo. Invece contro i postumi di quella frattura, causatagli da un cavallino a dondolo cadutogli addosso quando aveva solo due anni, non c'è stato nulla da fare. Lo spirito però no, quello non ne ha risentito dal momento che il «pirata» (questo il suo soprannome) ha iniziato a lottare abbracciando lo sport in tutte le sue forme. Dal calcio, con la Nazionale italiana amputati, fino alla corsa, sempre con normalissime stampelle di alluminio e plastica. Le stesse che domenica in occasione della VeniceMarathon l'hanno sorretto per circa mezza maratona: al 20. chilometro, tra Malcontenta e Marghera, Constantin Bostan (infermiere di professione con una laurea in legge conseguita in Moldavia e non valida in Italia) si è ritirato ufficialmente dalla gara salendo sul «pulmino scopa» che recupera gli atleti, salvo poi riprendere orgogliosamente la strada da San Giuliano percorrendo tutto il Ponte della Libertà. Un'impresa che ha regalato alla 30. Maratona di Venezia l'ennesima «cartolina» da ricordare. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino