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VENEZIA - Il tribunale di Venezia ha giudicato oggi 23 luglio inidonea la possibilità per il Consorzio Venezia Nuova di arrivare a un accordo per la ristrutturazione dei debiti, e a questo punto si profila la strada del concordato preventivo. Lo si apprende da fonti vicine al Cvn. Un "semaforo giallo", quello del Tribunale, sul tentativo di salvataggio del Consorzio che ha costruito il Mose.
Nel provvedimento odierno, i tre giudici della sezione fallimentare hanno riconosciuto al Cvn l'esistenza dello stato di crisi e dei requisiti di fallibilità dell'ente, ma - si apprende - hanno negato la possibilità di ravvisare, allo stato, i presupposti per un accordo con almeno il 60% dei creditori. La relazione presentata dai commercialisti attestatori, Chiara Boldrin e Riccardo Bonivento, è stata giudicata «non completa e dunque inidonea a sostenere la possibilità di accedere alla protezione anticipata richiesta» (il commissario aveva chiesto una moratoria di 60 giorni come per legge). L'accesso al concordato preventivo sembra adesso una strada obbligata.
Il Gazzettino