Scorte esaurite, il Consorzio chiude i rubinetti: da Ferragosto soia e mais restano senza acqua

Mais bruciato dalla siccità
MANIAGO - Dal giorno di Ferragosto le coltivazioni di soia e mais bagnate con l'acqua del Meduna non saranno più irrigate. Le scorte del lago di Redona sono...

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MANIAGO - Dal giorno di Ferragosto le coltivazioni di soia e mais bagnate con l'acqua del Meduna non saranno più irrigate. Le scorte del lago di Redona sono praticamente esaurite e di qui la decisione, sofferta e mai presa prima nella storia del Consorzio di bonifica Cellina Meduna, di abbandonare un certo tipo di coltura. Con i pochi metri cubi al secondo che ancora trasporta il torrente, si privilegeranno frutteti, vigneti, orticoltura, erba medica e vivai, ovvero i cosiddetti impianti pluriennali: in assenza di bagnature si rischierebbe la morte della pianta, oltre che la perdita del raccolto. «Una scelta difficilissima ma necessaria che la deputazione del Consorzio ha assunto a causa di un quadro meteo eccezionale e inedito - ha spiegato il presidente dell'ente, Valter Colussi -. Solo il contingentamento dei consumi messo in atto lo scorso 20 giugno ci ha permesso di avere acqua per tutti fino a metà agosto. In caso contrario già a luglio non avremmo più potuto gestire il servizio, compromettendo l'intera produzione dell'asta del Meduna».

IL DISAPPUNTO
I consiglieri della lista Agricoltura & Acqua, capitanati dall'ex presidente ed ex sindaco di Vivaro, Ezio Cesaratto, dopo aver già lanciato un appello affinché non si discriminassero i soci e le coltivazioni, assicurando a tutti le medesime condizioni, oggi chiedono un immediato dietrofront e si scagliano contro i vertici dell'ente. «È stato riscontrato che le bagnature con orario ridotto per la mancanza d'acqua nei serbatoi di montagna della zona Meduna dal primo giugno hanno ad oggi provocato un danno stimato dei raccolti di circa il 30%, con una perdita complessiva sugli 11.500 ettari irrigui della zona Meduna di circa 30 milioni di euro - avevano ammonito -. Ribadiamo adesso che le pur minime quantità d'acqua ancora disponibili nell'invaso di Redona, circa 4 milioni di metri cubi, devono essere distribuite a tutti i Consorziati, indipendentemente dalle colture praticate e quindi senza esclusioni alcune».

I RISCHI


«Tutti i consorziati pagano il canone irriguo - aggiungono -, tutti con lo stesso importo ad ettaro. Addirittura sulla soia le turnazioni irrigue fino ad oggi rispetto ad altre colture sono state di gran lunga inferiori. Se consideriamo poi la soia, e il mais di secondo raccolto dopo orzo o frumento, le bagnature durante la corrente annata sono iniziate da poco. Proprio la soia ed il mais, quest'ultimo indispensabile per gli allevamenti, in questo periodo hanno più bisogno di essere irrigati. Ci chiediamo, quindi, se questa decisione sia stata supportata da qualche agronomo esperto e chi abbia individuato prioritariamente le colture per le quali si prefigurino condizioni di maggiore sofferenza idrica. Questo ente - concludono i consiglieri di Agricoltura & Acqua -, indispensabile per l'agricoltura e per il reddito conseguente, non si è dimostrato all'altezza nell'affrontare l'attuale stagione irrigua, mentre la siccità sta provocando gravi perdite economiche per i soci».
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Il Gazzettino