Addio a 8mila euro, la "nuova" vita degli esclusi. C'è chi si "consola" con il vitalizio

Palazzo Ferro Fini
VENEZIA - Per alcuni è stata solo una parentesi di qualche anno, per qualcun altro la digressione è durata mezza vita. Comunque sia, l'esperienza a Palazzo Ferro...

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VENEZIA - Per alcuni è stata solo una parentesi di qualche anno, per qualcun altro la digressione è durata mezza vita. Comunque sia, l'esperienza a Palazzo Ferro Fini si è conclusa per 28 dei 51 consiglieri regionali uscenti. Ma se 7 di loro avevano già deciso di non ricandidarsi per i motivi più vari e altri 3 erano stati depennati dalle liste per il caso bonus, i restanti 18 si sono dovuti fermare di fronte al responso delle urne e non per tutti si prospetta un possibile ripescaggio, per cui c'è anche chi sta progettando un futuro nuovo.

IN ATTESA E IN CERCA
I primi dei non eletti nel centrodestra sono in attesa di sviluppi. Lo zaiano Nazzareno Gerolimetto, al netto di eventuali riconteggi delle schede visti i soli 7 voti con cui è stato superato da Stefano Busolin, potrebbe rientrare nel caso in cui Alberto Villanova venisse nominato assessore. Lo stesso vale per i leghisti Giuseppe Pan (nei confronti di Roberto Marcato) e Giampiero Possamai (nei riguardi di Federico Caner), nonché per Joe Formaggio (rispetto a Elena Donazzan).
Restando in Fdi, per Massimo Giorgetti è invece arrivato il momento della svolta: dopo 25 anni da assessore o consigliere, «metà della storia della Regione», il veronese deve rimettersi in gioco. «Prima ero agente di commercio racconta in tempi in cui proponevo il pet food a clienti che mi rispondevano: El can magna i avansi. Da allora evidentemente è cambiato il mondo. Ma credo di avere una professionalità, fatta di relazioni e conoscenze sviluppate in questo quarto di secolo, grazie a cui posso permettermi di cambiare. Lobbista? Non mi piacerebbe, tanto meno nell'istituzione che ho servito per 5 legislature, anche se di sicuro non abbandonerò le persone perbene che fanno politica per passione». Alla pari degli altri esclusi, tuttavia, Giorgetti dovrà rinunciare a uno stipendio netto che si aggira su 8.000 euro al mese. «Ma il vitalizio che percepirò riconosce è tutt'altro che basso. Poi ne guadagnerò in qualità della vita: non è facile reggere l'impegno. Mi dispiace solo che i partiti tendano a dimenticare chi non viene rieletto, quando invece avrebbe più competenze di tanti altri piazzati a dirigere partecipate. Comunque resto a disposizione».
ALL'OPERA
Nelle file del Pd è pronto a rimettersi all'opera il polesano Graziano Azzalin, in aspettativa dal 2006, prima come vicesindaco di Rovigo e poi come consigliere regionale. «Dopo la proclamazione dei nuovi eletti spiega tornerò a fare il tecnico ambientale in Asm. All'epoca ero responsabile del verde pubblico, adesso vedremo cosa farò. Sono sereno: per 10 anni mi sono dedicato completamente all'incarico in Regione, un'esperienza gratificante che mi ha permesso di fare politica a livello ottimale, ora continuerò a fare il consigliere comunale nella mia città e ad impegnarmi per la ricostruzione del partito dopo questa sconfitta. Ho rinunciato al vitalizio, ottenendo la restituzione dei contributi versati, ma come tutti gli altri incasserò l'assegno di fine mandato».

Si tratta del tfr di Palazzo, che l'azzurro Maurizio Conte vedrà liquidato in tempi rapidi dato che si è dimesso due giorni prima delle elezioni, quando ancora confidava nella riconferma e aveva bisogno di far scattare l'interruzione fra due legislature per incamerare l'importo maturato fino ad allora. Il padovano potrà tornare a fare l'architetto, così come il vicentino Maurizio Colman e il bellunese Franco Gidoni della Lega rientreranno nei loro studi di ingegneri, mentre nella lista Veneta Autonomia il trevigiano Pietro Dalla Libera ricomincerà da avvocato e la veronese Giovanna Negro da infermiera. Il veneziano Franco Ferrari continuerà a guidare la sua azienda metalmeccanica, dopo l'appoggio civico a Italia Viva che non ha rieletto nemmeno la veronese Orietta Salemi. «Mi prenderò un anno sabbatico annuncia la docente per rimettermi a studiare i classici greci e magari frequentare un master». L'ecologista polesana Patrizia Bartelle, ora al mare con il marito «come non accadeva da 5 anni», si appresta a riprendere servizio come poliziotta al commissariato di Porto Tolle, «ma poi a marzo andrò in pensione e potrò dedicarmi al territorio». Il trevigiano Simone Scarabel, rimasto fuori come tutto il M5s, ha scelto di cambiare: «Intanto farò il papà, perché ho due bambini di 3 anni e 15 mesi. E siccome l'azienda per cui lavoravo come tecnico ha chiuso, ne approfitterò per inventarmi qualcosa nei settori dello sviluppo futuro, quali economia verde, sostenibilità ambientale, mobilità intelligente. Cercherò comunque di trasferire la mia esperienza agli attivisti sul territorio, ma solo come volontario. A meno che non serva un capo politico... Scherzo eh!».
Angela Pederiva
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Il Gazzettino