L'appello di Luca, 25 anni: «Io, infermiere e vaccinato: ragazzi, è giusto farlo»

L'appello di Luca, 25 anni: «Io, infermiere e vaccinato: ragazzi, è giusto farlo»
CONSELVE - «È un onore essere in prima linea, nonostante la pochissima esperienza, che comunque mi ha fatto crescere rapidamente». A parlare così...

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CONSELVE - «È un onore essere in prima linea, nonostante la pochissima esperienza, che comunque mi ha fatto crescere rapidamente». A parlare così è Luca Rizzato, 25 anni, di Conselve, infermiere alla Terapia intensiva dell’Immacolata Concezione di Piove di Sacco. «Mi sono laureato in Scienze infermieristiche il 4 novembre a Padova, il 17 ho firmato il contratto con l’Ulss 6 Euganea e il giorno dopo ho iniziato il mio servizio in Rianimazione, dapprima in quella ordinaria e dopo poco in quella destinata ai pazienti Covid».


Non ha neppure avuto modo di godere del piacere della laurea che subito è stato catapultato nel mezzo del fronte della lotta alla pandemia. «Lo stesso giorno della mia laurea, il 4 novembre, hanno aperto la terapia intensiva Covid a Piove. Un destino forse, chissà, che poi dovessi venire a lavorare proprio qua» prosegue Luca con voce serena. Una scelta meditata per il giovane infermiere conselvano, quella del percorso di studi felicemente concluso qualche mese fa: da anni infatti presta attività di volontariato nell’associazione Pronto Conselve, che con i suoi mezzi attrezzati è stata di grande aiuto al servizio di trasporto degli ammalati Covid da e verso l’ospedale di Schiavonia.
Rizzato si è vaccinato il 2 gennaio, tra i primi dopo il V-day: «Ho aderito con entusiasmo. E dopo il richiamo del 25 gennaio ho tirato un po’ un sospiro di sollievo, anche se mantengo tutte le regole che ci sono state date per evitare la diffusione del virus. A casa mia qualche preoccupazione i miei genitori ce l’hanno, anche mia madre Luisa è un soggetto asmatico, ma io, come loro, sono molto meticoloso e sempre attento». Uno sguardo verso i suoi coetanei Luca ce l’ha: «I giovani della mia età, man mano che passa il tempo, sono sempre più convinti che il vaccino si debba fare e lo capisco perché mi guardano con un po’ di invidia. Credo anche che dietro ai vaccini ci siano delle valide equipe di studiosi, tanto che io ho affrontato, come detto, molto serenamente la vaccinazione: invito tutti a fare altrettanto, quando saranno chiamati».
Ora la tensione anche a Piove è un po’ diminuita, ma nella mente di Luca Rizzato restano diversi momenti forti, nella sua breve ma intensa attività in Rianimazione: «Il momento più triste lo ricordo bene, è stato nel pieno della seconda ondata, quando è deceduto un paziente della stessa età di mio padre Pierantonio, 63 anni. Quello più lieto sicuramente quello di martedì scorso, quando dalla Terapia intensiva abbiamo dimesso un malato che aveva trascorso da noi un mese e mezzo. Poi mi rimangono negli occhi le videochiamate con i parenti dei pazienti da poco estubati: avevo l’impressione chiara del trionfo della vita e della scienza sulla morte».
La vita anche per il giovane infermiere è cambiata, non solo per la pandemia, ma anche per il lavoro a turni, spesso prolungati. Anche se Luca cerca di continuare le sue attività extra lavorative: dallo scorso anno infatti è presidente parrocchiale dell’Azione Cattolica di Conselve. «Nonostante i limiti imposti dalle norme per il contrasto al Covid - racconta - cerco di mantenere vivi i miei impegni di volontariato, sia nel Pronto Conselve, che con la parrocchia, seguendo il gruppo degli educatori, anche se l’attività con i ragazzi purtroppo da quasi un anno è limitata e ci dobbiamo accontentare degli incontri sulle diverse piattaforme social».
«Vacciniamoci e seguiamo tutti le regole anti Covid, anche noi giovani - conclude dopo la sua esperienza in Terapia intensiva, Luca Rizzato, da novello dottore in scienze infermieristiche - Pure se questo ci costa sacrificio, ma la vita di ognuno e di quelli che ci stanno vicino, non ha prezzo e vale anche qualche rinuncia».

Nicola Benvenuti 

 

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Il Gazzettino