Lega, iniziata la conta tra Stefani e Manzato. Ma si aspetta Marcato

Franco Manzato e Alberto Stefani
VENEZIA - A una settimana dal congresso della Lega-Liga Veneta che dovrà eleggere il segretario regionale, nel partito è inizia la conta dei delegati, il "chi...

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VENEZIA - A una settimana dal congresso della Lega-Liga Veneta che dovrà eleggere il segretario regionale, nel partito è inizia la conta dei delegati, il "chi sta con chi": quanti con il commissario uscente Alberto Stefani? Quanti con lo sfidante trevigiano, l'ex sottosegretario Franco Manzato? Ma, soprattutto, cosa farà l'assessore regionale Roberto Marcato? Resterà in una partita a tre con il rischio di perdere? Si ritirerà nonostante abbia detto che l'avrebbe fatto solo in presenza di un candidato con «una storia, una visione e un amore dei militanti più forti dei miei» (caratteristiche che nessuno in Lega riesce proprio ad attribuire a Manzato, tanto più che sin dal 2018, quand'è andato a Roma, la sua voce in Veneto non è stata poi così udibile)? O, come qualcuno ipotizza ("Il bulldog ora è decisivo"), Marcato farà l'ago della bilancia? E se sì, a favore di chi? C'è anche chi, in realtà ormai in pochi, continua a sperare in un "terzo" che faccia sintesi di cui però non si intravvede l'identikit (l'auspicio era sul sindaco di Treviso, ma Mario Conte ha declinato). Tant'è, mancano sei giorni al congresso (sabato 24 giugno alle 8 in prima convocazione, alle 8.30 in seconda) e tre alla presentazione delle candidature (scadenza mercoledì 21 giugno alle 8) e la telenovela del congresso della Lega è lungi dal volgere al termine.


IL COMMISSARIO
"Nulla è deciso", ripetono in tanti nella Lega. "Marcato è arrabbiato, ma non si è ritirato", è l'aggiunta con riferimento alla decisione dei trevigiani (e non solo) di sostenere Manzato. Sta di fatto che l'assessore regionale soprannominato Bulldog si è davvero preso una pausa di riflessione. Un silenzio che dovrebbe terminare domani.
Ma l'attuale situazione - Manzato in pista, Marcato che medita - non turba il commissario Alberto Stefani: «Se sono preoccupato della candidatura di Franco Manzato? Ognuno è libero di candidarsi. Io mi candido con un programma di mandato indipendentemente da chi siano gli avversari. L'anno prossimo ci saranno 300 Comuni veneti al voto, le elezioni provinciali e quelle Europee: serve un partito che ha voglia di guardare avanti». Ma degli avversari cosa dice? «Io lavoro per qualcosa, non contro qualcuno».


CHI STA CON CHI
Dalla conta dei delegati, Stefani si sente nettamente in vantaggio a Venezia (lo sostengono il segretario provinciale Sergio Vallotto, l'ex deputata Ketty Fogliani, mentre avrebbe "perso" l'onorevole Giorgia Andreuzza a favore di Manzato), a Padova (con il consueto asse Massimo Bitonci e Andrea Ostellari più Arianna Lazzarini, Tiberio Businaro, Filippo Lazzarin), a Rovigo (dove avrebbe 14 dei 18 delegati) e a Verona (Lorenzo Fontana, Paolo Tosato, il gruppo giovanile). Sarebbe in minoranza a Vicenza, sostenuto sì da Nicola Finco e Mara Bizzotto, ma non dalla maggioranza dei delegati, sicuramente non da Roberto Ciambetti. A sentire i salviniani, le province più difficili per Stefani sarebbero Treviso (dove gode dell'appoggio di Riccardo Barbisan e di alcuni che prima facevano capo a Luciano Dussin) e Belluno (dove la situazione sarebbe di parità, 7 delegati su 14).
Ovviamente i non salviniani sostengono che il quadro non è poi così favorevole a Stefani. Anzi. Soprattutto a Treviso dove, con Gian Paolo Gobbo, Toni Da Re e Dimitri Coin, Manzato sarebbe in netto vantaggio (curiosità: per chi voterebbero i trevigiani Luca Zaia e Mario Conte?). Si narra, poi, di spostamenti: a Verona, ad esempio, Paolo Paternoster e Vito Comencini avrebbero mollato Marcato per Manzato.


IL REGOLAMENTO


Ieri, intanto, è stato inviato ai delegati il regolamento congressuale. Con due novità per quanto riguarda gli aventi diritto al voto: rispetto alla bozza iniziale preparata dalla Lega federale, il testo definitivo dice che oltre ai 420 delegati "provinciali" e ai delegati "di diritto" (il commissario regionale, i segretari provinciali, i parlamentari, i consiglieri regionali del gruppo Lega Salvini Premier e del gruppo Zaia Presidente, i presidenti di Provincia e i sindaci dei Comuni capoluogo di provincia), nell'elenco degli "istituzionali" vanno considerati anche i membri del consiglio direttivo regionale uscente (Luca Zaia, Lorenzo Fontana, Roberto Marcato, Nicola Finco, Erika Stefani, più l'amministratore Massimo Bitonci e il commissario Alberto Stefani) e i membri del consiglio federale per iscrizione alla regione (Lorenzo Fontana, Luca Zaia, Alberto Stefani). Chiarissima la ratio: Roberto Marcato, che in quanto assessore non avrebbe potuto partecipare al congresso, è "recuperato" in quanto componente del direttivo. E si torna alla domanda iniziale: cosa farà mister Bulldog? Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino