Adozione negata in Congo: anche la mamma costretta a rientrare

Adozione negata in Congo: anche la mamma costretta a rientrare
TREVISO - È finita nel modo peggiore, almeno per il momento. Ieri anche Francesca Bortolin è tornata a casa, a Preganziol (Treviso), raggiungendo così il marito Marco Morandin...

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TREVISO - È finita nel modo peggiore, almeno per il momento. Ieri anche Francesca Bortolin è tornata a casa, a Preganziol (Treviso), raggiungendo così il marito Marco Morandin rientrato a inizio settimana. In Congo, a Kinshasa, invece è rimasto il piccolo Simon, loro bimbo adottivo di 15 mesi.




È stato affidato a una casa famiglia gestita dall'Aibi, l'associazione che segue i due coniugi trevigiani. Una struttura protetta dove il piccolo verrà accudito nel migliore dei modi fino a quando i suoi genitori non potranno tornare a prenderselo per mettere finalmente la parola fine a una vicenda che sta assumendo toni sempre più drammatici. Francesca, dopo oltre 11 ore di volo, è arrivata stremata.



A fiaccare fisico e animo non è però stata la fatica di un viaggio così lungo, ma l'aver dovuto lasciare il piccolo con cui ha convissuto per oltre due mesi. Un distacco traumatico, straziante come può esserlo quello tra una mamma e il suo bambino. Ma non c'erano altre soluzioni. Il Congo continua nella sua linea d'intransigenza in tema di adozioni all'estero. Ha deciso di bloccarle tutte, anche quelle di chi, come Marco e Francesca, era arrivato in Congo con tutte le carte in regola e con il desiderio di abbracciare finalmente quel figlio tanto desiderato.



Per i due trevigiani, e con loro altre 23 coppie italiane, è cominciato un lungo incubo. In questi giorni il primo epilogo: gli italiani sono dovuti tutti ritornare in patria lasciando i bambini a cui il governo congolese ha negato il visto per l'espatrio. Per risolvere la situazione, il ministro Kyenge ha messo all'opera una vera e propria task force, spedita all'ambasciata italiana a Kinshasa. Ma soluzioni in tempi brevi non ce ne saranno.



Per Francesca il distacco è stato un passo dolorosissimo. Tornata a casa ha preferito chiudersi nel suo mondo, circondata dagli affetti più cari. Ha annullato anche l'incontro con la stampa e con la deputata del Pd Floriana Casellato, la prima a dicembre a sollevare il loro caso. Troppo stanca e provata, Francesca, per sopportare altri stress. I coniugi Morandin però non si danno per vinti. Sono pronti a tornare in Congo in qualsiasi momento: «Spero che la revisione delle pratiche duri qualche mese e non un anno» ha detto Marco ribadendo la ferma volontà di volare al più presto a Kinshasa per riprendersi Simon. E nessuno potrà impedire, a lui e a sua moglie, di raggiungere il loro obiettivo. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino