Tappi che valgono oro, Cork aumenta il fatturato e assume

Tappi che valgono oro, Cork aumenta il fatturato e assume
CONEGLIANO - Amorim Cork, colosso portoghese del sughero con filiale italiana a Conegliano, va in controtendenza: investe sull'ampliamento della sede produttiva coneglianese,...

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CONEGLIANO - Amorim Cork, colosso portoghese del sughero con filiale italiana a Conegliano, va in controtendenza: investe sull'ampliamento della sede produttiva coneglianese, aumenta il fatturato e assume sei persone. La sede italiana del leader mondiale nella lavorazione del sughero, con stabilimento produttivo nella zona industriale di Scomigo, ha registrato un fatturato di 43,5 milioni di euro, con una crescita del +16% rispetto al 2013, che segnava già un +6% sull'anno precedente.




Oltre 440 milioni di tappi venduti, ossia il 24% della richiesta nazionale del comparto sughero. Questo grazie alla forza vendita, composta da 55 agenti distribuiti su tutto il territorio nazionale, ma anche ai dipendenti presenti nella sede coneglianese. Nel 2014 Amorim Cork Italia ha assunto sei nuovi dipendenti ed ora il personale è composto da 40 unità.



Dato ancor più significativo per Amorim Cork Italia è la percentuale di crescita negli ultimi 4 anni (dal 2010 al 2014) pari al +45%. Un ottimo risultato trainato indubbiamente dal successo del vino italiano e in particolare dal fenomeno Prosecco nel mondo.



«Siamo orgogliosi di affiancare le cantine italiane nella loro crescita internazionale - afferma Carlos Santos, amministratore delegato Amorim Cork Italia -. Il nostro successo è il segnale che, nonostante il periodo di crisi, il mercato enologico è sano e che i prodotti italiani meritano sempre più l'attenzione globale».



Per poter rispondere al meglio alle necessità del mondo del vino la sede italiana del colosso portoghese Amorim ha compiuto un importante investimento nella ristrutturazione dello stabilimento di Conegliano. Un'operazione conclusa nel 2014 che ha determinato un aumento della capacità produttiva pari al 30% in più e una sostanziale ottimizzazione degli spazi e delle risorse. «Un così rilevante intervento - conclude Santos - realizzato in tempo di crisi è stato un segnale di quanto l'azienda creda nel futuro del vino di questo paese». E anche nella forza professionale del nostro territorio. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino