CONEGLIANO - Due giorni fa era pronta a raccontare la sua verità, ma ieri ci ha ripensato ed è rimasta in silenzio di fronte al giudice. Dileysi Lorenzo Guzman, la...
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LA RICHIESTA
La donna, ora rinchiusa nel carcere veneziano della Giudecca, è stata trasferita in tribunale a Treviso per l’interrogatorio. China sul banco, con le mani sulla fronte, ha ribadito al suo difensore - l’avvocato Giuseppe Pio Romano - la sua estraneità all’omicidio. «La mia assistita sostiene di aver appreso della morte di Margherita soltanto il 25 giugno (due giorni dopo il delitto, ndr) quando una delle figlie dell’anziana ha telefonato al padre per dargli la tragica notizia» afferma Pio Romano. Il legale ne ha chiesto la scarcerazione e l’attenuazione della misura cautelare dal carcere agli arresti domiciliari, anche con il braccialetto elettronico, in modo che la donna possa occuparsi del figlio 11enne, ora ospitato da una parente. Sul punto il gip si era detto disponibile a una valutazione già nelle motivazioni della convalida dell’arresto. Il pm Anna Andreatta si è opposta all’affievolimento della misura dicendo che a breve integrerà il fascicolo con ulteriori intercettazioni che renderebbero più pesante la posizione della dominicana. Il gip ha cinque giorni di tempo per decidere.
GLI ALTRI ARRESTATI
Bocche cucite anche per gli altri tre indagati, detenuti a Santa Bona: i dominicani Sergio Luciano Lorenzo, 38 anni (presunto esecutore materiale) e Juan Maria Guzman, 41 anni (presunto intermediario) ed Enzo Lorenzon, l’ex marito della vittima che avrebbe assoldato i sicari per eliminarla così da non doverle più versare l’assegno di mantenimento da 10mila euro al mese. Sono tutti difesi dall’avvocato Fabio Crea, che per il pensionato ha chiesto un ammorbidimento della misura cautelare: dal carcere ai domiciliari «alla luce delle sue precarie condizioni di salute - spiega il legale -. Soffre di una patologia importante. Da quando è in carcere è stato ricoverato all’ospedale ben due volte». Il pm si è riservato e anche per lui, come per la compagna, il gip avrà cinque giorni di tempo per decidere. Tutti gli indagati hanno comunque già presentato una istanza per il ricorso al tribunale del Riesame contro la misura cautelare dell’arresto. Il pronunciamento è atteso entro dieci giorni. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino