Conegliano. Uccise la madre, trasferito in psichiatria nel Veronese: «Zandegiacomo è pericoloso, va curato»

Lui è Ippolito Zandegiacomo, il 57enne di Conegliano che il 24 ottobre scorso ha sgozzato la donna

Maria Luisa Bazzo e Ippolito Zandegiacomo
CONEGLIANO - Ippolito Zandegiacomo, il 57enne di Conegliano che il 24 ottobre scorso ha sgozzato la madre, l’87enne Maria Luisa Bazzo, e ucciso anche il gatto che viveva con...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

CONEGLIANO - Ippolito Zandegiacomo, il 57enne di Conegliano che il 24 ottobre scorso ha sgozzato la madre, l’87enne Maria Luisa Bazzo, e ucciso anche il gatto che viveva con loro nell’appartamento di via Einaudi a Parè, ha lasciato il carcere ed è stato ricoverato nel reparto di psichiatria dell’ospedale di Conegliano. Ci rimarrà almeno un mese. Poi, dopo le cure del caso, verrà trasferito nel Rems di Nogara, in provincia di Verona, una struttura per l’esecuzione delle misure di sicurezza.

Zandegiacomo è infatti pericoloso per sé e per gli altri, e il gip Marco Biagetti, oltre ad aver firmato il provvedimento di inserimento del 57enne prima in ospedale e poi al Rems, non ha revocato la misura di custodia cautelare. D’altra parte l’uomo, in seguito alla perizia psichiatrica disposta dalla Procura, è risultato essere semi incapace di intendere e di volere. Non solo: sente delle voci nella sua testa, le stesse che lo hanno spinto a uccidere la madre.
 

IL PROCEDIMENTO
A questo punto non ci sarà alcun processo a carico di Zandegiacomo. L’uomo, allo stato attuale, è consapevole di aver sgozzato l’87enne, ma non ricorda alcun dettaglio del delitto, compreso il fatto di aver quasi decapitato la madre e di quasi amputato le mani. E non ricorda nemmeno il numero di fendenti sferrati, almeno una ventina, come confermato dall’autopsia effettuata dal medico legale Antonello Cirnelli. 
 

LA VICENDA 


A chiamare i carabinieri, quella mattina del 24 ottobre, era stato lo stesso Ippolito Zandegiacomo: «Venite, l’ho uccisa». Quando le forze dell’ordine sono entrate nell’appartamento di via Einaudi, si sono trovate davanti a una scena terribile. «Era impressionante, c’era sangue ovunque» aveva dichiarato il procuratore di Treviso, Marco Martani. In seguito all’esame esterno, è emerso che l’anziana aveva cercato disperatamente di difendersi prima di arrendersi ai colpi sferrati dal figlio. Che sono stati molti, moltissimi. La donna aveva ferite in tutto il corpo, con un taglio profondo alla gola. Non solo: Zandegiacomo, probabilmente quando la madre era già morta (è stata ritrovata supina, con entrambe le braccia spostate sul lato sinistro), ha inferito sul corpo cercando, appunto, di amputarle le mani. Quasi fosse un iniziale tentativo di sezionare il cadavere partendo dalle estremità. Poi però il 57enne ha desistito, scagliando la sua rabbia contro il gatto, testimone inerme del delitto e seconda vittima del raptus. Che non era ancora sopito quando i militari hanno cercato di immobilizzarlo.
  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino