Condominio a fuoco: è inagibile e sei famiglie sono da mesi senza casa, ma l'assicurazione non paga

Condominio a fuoco: è inagibile ma l'assicurazione non paga
SELVAZZANO - A marzo il tetto del condominio di via Carso è stato distrutto da un incendio mentre gli operai di una ditta erano intenti a lavorare e ancora oggi le sei...

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SELVAZZANO - A marzo il tetto del condominio di via Carso è stato distrutto da un incendio mentre gli operai di una ditta erano intenti a lavorare e ancora oggi le sei famiglie residenti si ritrovano a vivere fuori casa: la compagnia di assicurazione non concede anticipi e i lavori di sistemazione della palazzina non possono essere eseguiti. Per essere assistiti nella procedura risarcitoria, essenziale per pagare i lavori, le famiglie con cinque minori si sono rivolte allo Studio3A, società specializzata nel risarcimento danni.



I LAVORI
«Le conseguenze delle fiamme sono state disastrose, almeno 200mila euro totali il danno - spiega lo studio in una nota - Ma quel che è peggio, l'immobile è stato dichiarato, ed è tuttora, inagibile, né potrà essere occupato fino al ripristino delle condizioni di sicurezza, alla verifica impiantistica e alla bonifica delle parti interessate. Un grave disagio che persiste tuttora, anche per l'atteggiamento di Generali». La nota spiega che l'edificio era coperto da una polizza globale per i fabbricati civili, la garanzia era attiva e capiente: il massimale per sinistro è di un milione. La società incaricata dalle famiglie ha provveduto ad acquisire i preventivi per avviare i lavori di messa in sicurezza dell'edificio, rimasto senza tetto, costo 17mila euro, a cui sono seguiti altri preventivi per la bonifica, quasi 40mila euro, il rifacimento del tetto, quasi 90mila, la riparazione dell'ascensore, e altri interventi. «Lo studio ha anche chiesto i danni a Generali sulla scorta della polizza assicurativa e si è interfacciato con i suoi periti ma la compagnia ha negato anche un anticipo, che pure avrebbe dovuto concedere entro 60 giorni dal sinistro».

L'ANTICIPO

Alla richiesta di anticipo degli indennizzi la compagnia assicurativa ha risposto: «Ad oggi non è stata fornita sufficiente documentazione per la valutazione del minimo danno indennizzabile. In ogni caso la procedura di anticipo si attiva nell'ipotesi in cui il danno, contrattualmente indennizzabile, sia prevedibilmente maggiore di 100mila euro e, secondo lo studio peritale, la quota a carico di Generali è inferiore a tale limite». Documentazione che lo Studio precisa di aver già fornito da tempo ai periti di controparte, da cui emerge che «il danno è ben superiore ai 100mila euro».

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Il Gazzettino