Palpeggia una tredicenne, amica di una sua parente: 58enne condannato a due anni e sei mesi

Violenza a una minore, condannato a due anni e quattro mesi
PORDENONE - Il gup Monica Biasutti ha riconosciuto all'imputato, indagato per violenza sessuale su minore, l'attenuante per fatto di minore gravità. Il che...

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PORDENONE - Il gup Monica Biasutti ha riconosciuto all'imputato, indagato per violenza sessuale su minore, l'attenuante per fatto di minore gravità. Il che significa che i 4 anni che aveva chiesto il pm Andrea De Missier con rito abreviato (che concede lo sconto di un terzo della pena) sono diventati due anni e sei mesi. L'uomo, un cinquantottenne della provincia, era accusato di aver palpeggiato una ragazzina all'epoca dei fatti tredicenne, amica di una sua giovane parente. E il fatto è accaduto due anni fa proprio nell'abitazione di quest'ultima dove la minorenne si era recata, senza immaginare di poter trovare l'orco che, invece di comportarsi come una sorta di padre, l'ha toccata come non avrebbe mai dovuto fare.

La ragazza ha raccontato tutto alla giovane parente


La tredicenne lì per lì non ha detto nulla e non è difficile immaginare cosa possa esserle passato per la testa. Probabilmente la vergogna o il timore di aver fatto qualcosa di sbagliato l'hanno convinta a tacere per un po', finché quel macigno non è uscito fuori, spingendola a confidarsi con una giovane parente. Ed è a quel punto che è scattata la denuncia, poi le indagini e infine ieri mattina la vicenda è finita davanti al giudice per le indagini preliminari che ha rienuto l'episodio di minore gravità. Ad assistere come parte civile la piccola vittima della violenza, attraverso i genitori, era l'avvocato Antonella Brandolisio, mentre il 58enne era difeso dall'avvocato Luca Fiorido che al termine dell'udienza non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione.


L'episodio accaduto alla tredicenne era stato configurato come violenza sessuale, tradotto in gergo giudiziario articolo 609 bis del condice penale che recita: Chiunque, con violenza o minaccia o mediante abuso di autorità, costringe taluno a compiere o subire atti sessuali è punito con la reclusione da sei a dodici anni. Ma, visto il rito abbreviato e la decisione del gup di considerare il fatto di minore gravità, la pena è stata di 2 anni e 6 mesi.
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Il Gazzettino