Condannato per omicidio, il friulano Nicola si laurea in carcere a 42 anni

Il carcere Due Palazzi di Padova
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PADOVA Inaugurazione dell'anno accademico del Bo al Due Palazzi. Diciannove matricole sono pronte per iniziare un nuovo percorso di studi, assieme ad altri 44 detenuti già iscritti all'università. C'è chi inizia e c'è anche chi finisce. Ieri è stata anche proclamata la laurea del friulano Nicola Garbino, che ha concluso il suo percorso di studi in Ingegneria meccanica a quattro anni di distanza dalla sentenza di condanna a 18 anni di reclusione per l'omicidio di Silvia Gobbato. Al tavolo tra gli altri il rettore del Bo Rosario Rizzuto, il provveditore delle carceri del Triveneto Enrico Sbriglia e il direttore della casa di reclusione, Claudio Mazzeo. L'ateneo patavino dentro al Due Palazzi segue, con tutor e docenti che entrano a tenere gli esami, studenti iscritti a giurisprudenza, scienze umane, psicologia, ingegneria, veterinaria, economia e scienze politiche. Dall'anno prossimo verrà introdotta anche la facoltà di scienze motorie. «Mi sono fatto portare i libri e ho studiato la sera, da solo, in cella ha detto Garbino Ora voglio iniziare la magistrale e studiare altri due anni». Quarantadue anni, originario di Zugliano (Udine) si trova in carcere per i reati di tentato sequestro di persona, omicidio e porto di coltello.


 
Silvia Gobbato, la praticante avvocato di 28 anni, di San Michele al Tagliamento (Venezia) è stata uccisa a coltellate il 17 settembre 2013 mentre faceva jogging lungo l'ippovia del Cormor, alle porte di Udine. Garbino si è laureato con 103/110. «Avevo iniziato a frequentare il corso di Ingegneria meccanica prima di entrare in carcere ha spiegato Garbino per finire mi mancavano quattro esami. Ho sempre desiderato proseguire i miei studi, ma inizialmente non ne ho avuto la possibilità. Nell'ultimo anno e mezzo ho superato l'esame di elettrotecnica, quello di inglese e due prove di misurazioni meccaniche. E' stato faticoso, ho dovuto studiare la sera, perché lavoro otto ore al giorno al call center». Garbino ieri ha ricevuto le congratulazioni delle autorità e i compagni gli hanno dedicato un lungo applauso. «Dedico questo traguardo ai miei genitori ha aggiunto Sabato scorso gli ho fatto una sorpresa, durante il colloquio gli ho detto che mi sarei laureato».

«Vado in pensione tra un anno ha detto il provveditore Sbriglia Questo è uno dei rari momenti in cui, da operatore penitenziario, dico che il tempo non è passato invano. Barlumi di dignità professionale continuano a esistere anche in un mondo così strano come quello del carcere». Il direttore Mazzeo ha annunciato che alcuni detenuti del laboratorio di musica e coro, prossimamente realizzeranno uno spettacolo serale in occasione del Festival carrarese.
E.F. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino