Veneto Lavoro, carte in procura dopo la denuncia di concorso sospetto

Veneto Lavoro, carte in procura dopo la denuncia di concorso sospetto
VENEZIA - Veneto Lavoro consegnerà tutte le carte dei concorsi alla Procura della Repubblica. Lo ha annunciato ieri pomeriggio Tiziano Barone, direttore dell’ente...

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VENEZIA - Veneto Lavoro consegnerà tutte le carte dei concorsi alla Procura della Repubblica. Lo ha annunciato ieri pomeriggio Tiziano Barone, direttore dell’ente strumentale della Regione, dopo che la Cgil ha rivelato di aver “azzeccato” i nomi dei vincitori ben cinque mesi fa, quando vennero pubblicati i bandi. All’epoca, infatti, Alessandro Biasioli della Cgil Funzione pubblica annunciò di aver inserito in una busta i nomi dei presunti futuri vincitori delle selezioni, sostenendo che i bandi erano fatti su misura. «I nomi sono proprio quelli», ha detto ora il sindacalista, chiedendo al governatore Luca Zaia di fare una verifica.

Di fronte alla denuncia della Cgil, il direttore di Veneto Lavoro ha annunciato che sarà lui stesso a portare le carte in Procura «per trasparenza e per consentire un completo controllo di legalità». Tra l’altro non è neanche la prima volta: «Su richiesta del presidente della Regione - dice Barone in una nota - Veneto Lavoro ha consegnato il 29 agosto scorso la documentazione completa dei concorsi alla Procura della Repubblica di Venezia ed è a disposizione per qualsiasi chiarimento venga richiesto. Nei prossimi giorni, di nostra iniziativa, invieremo alla Procura la documentazione finale dei concorsi effettuati e conclusi il 31 ottobre scorso».
Nella nota Barone sostiene la regolarità delle selezioni, specificando che i commissari erano altamente qualificati e che le procedure autorizzate dalla giunta. Quanto ai punti controversi sollevati dalla Cgil, Barone conferma il bando revocato e l’abbassamento dei punteggi e dà le seguenti spiegazioni: «Per quanto riguarda la selezione per il dirigente gli affari generali e bilancio il concorso è stato poi revocato in quanto l’ente non aveva certezza del finanziamento corrente». E ancora: «In merito al punteggio minimo per i dirigenti, il criterio inizialmente adottato ha stabilito il minimo di 8/10mi (88/110) per le figure tecniche e un minimo di 9/10mi (99/10) per le altre, a pochi giorni dall’uscita del bando abbiamo unificato i due valori per omogeneità, allargando la platea dei possibili partecipanti ed evitare eventuali ricorsi che avrebbero ritardato l’iter». Conclude il direttore di Veneto Lavoro: «I criteri di scelta delle professionalità erano ritagliati sulle figure richieste per lo sviluppo dell’ente e tutti i partecipanti, interni ed esterni, sono stati selezionati sulla base di requisiti precisi: competenze specialistiche in grado di operare nei sistemi informativi del lavoro, nel monitoraggio e analisi statistiche del mercato del lavoro e nella gestione dei servizi e delle politiche del lavoro».

Intanto le opposizioni in consiglio regionale scalpitano. «Zaia - dice Graziano Azzalin (Pd) - ha uno strano raffreddore che lo colpisce a giorni alterni. Sente puzza di bruciato sulla restituzione da parte dell’Ucraina dei quadri rubati al museo di Castelvecchio, ma non “annusa” niente di strano sui vincitori del concorso di Veneto Lavoro, annunciati già mesi fa dalla Cgil». Azzalin rincara: «Il governatore parla di pulizia e trasparenza, ma deve cominciare a pretendere questi comportamenti virtuosi nelle operazioni compiute dalla Regione, che è tutto fuorché un Palazzo di cristallo». E Simone Scarabel del M5s: «Nei mesi scorsi mi ero già occupato di Veneto Lavoro e ora voglio vederci chiaro. Nel mio ruolo di portavoce dei cittadini, rivolgerò un’interrogazione al competente assessore Donazzan alla luce della denuncia della Cgil e alla contestuale richiesta di chiarimenti alla giunta». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino