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PADOVA - «Ci aspettavamo di dover affrontare un caso clinico, invece ci siamo trovati davanti un quiz a crocette. Quel concorso presenta delle irregolarità: va sospeso, annullato e rifatto». A chiederlo ufficialmente sono 79 psicologi provenienti da tutta Italia che hanno deciso di rivolgersi a un avvocato di Padova per depositare al Tar un ricorso contro la Regione Veneto e Azienda Zero, l'ente che governa gli aspetti amministrativi delle Ulss. Tutto ruota attorno al concorso per assumere a tempo indeterminato 47 dirigenti psicologi da destinare in tutte le aziende sanitarie del Veneto: 15 a Treviso, 9 a Rovigo, 6 a Padova e così via.
Nel mirino è finita la prima prova di selezione, sostenuta lo scorso 1.
LE PROVE
L'oggetto della contestazione sta nella tipologia di prova proposta. Ecco la ricostruzione dei ricorrenti: «L'Amministrazione (quindi Azienda Zero, ndr) ha deciso di saltare la procedura facoltativa di preselezione, consistente in una prova a domande a risposta multipla, per svolgere direttamente la prima prova scritta. Una prova che avrebbe dovuto consistere nell'impostazione di un piano di lavoro su un caso psico-patologico presentato dalla Commissione. Al momento della lettura della prova, però, con grande stupore abbiamo appreso che consisteva solo in una serie di domande a risposta multipla».
Gli psicologi non ci stanno: «Tutti i candidati avevano concentrato la preparazione per sostenere la tipologia di prova prevista. Per affrontare un caso psico-patologico bisogna infatti esercitare le capacità critico-argomentative mentre per i test a risposta multipla deve essere assimilata la conoscenza più ampia possibile delle nozioni». Risultato? «La prova è irregolare e illegittima». I ricorrenti si dicono fiduciosi sull'accoglimento da parte del Tribunale amministrativo e citano una sentenza dello scorso gennaio pronunciata su un caso simile dal Tar della Sicilia: «Non è possibile prevedere forme di selezione diverse da quelle indicate nel bando».
Ma non finisce qui. Nel ricorso al Tar c'è un altro motivo per cui gli psicologi protestano: «Un quesito con quattro opzioni di risposta tutte errate. Di tale refuso i concorrenti sono stati edotti dal Presidente di Commissione solo dopo 15 minuti e ci sono state continue interruzioni. È stato un elemento di confusione che ha condizionato l'esito della gara». Una gara che ora chiedono di rifare da capo. La palla passa ai giudici amministrativi.
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Il Gazzettino