Concorso per anestesisti in tutto il Veneto, ma l'Usl Belluno resta fuori

Concorso per anestesisti: Belluno resta fuori
BELLUNO «Oggi e, in prospettiva nel breve-medio termine, abbiamo un numero adeguato di anestesisti in servizio presso l’Usl 1 Dolomiti?». Lo chiede il presidente...

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BELLUNO «Oggi e, in prospettiva nel breve-medio termine, abbiamo un numero adeguato di anestesisti in servizio presso l’Usl 1 Dolomiti?». Lo chiede il presidente dell’Ordine dei medici Stefano Capelli. Azienda Zero, infatti, ha indetto un concorso pubblico per l’assunzione a tempo indeterminato di 141 professionisti del settore. A favore di chi? Di tutte le Usl del Veneto, esclusa una, quella bellunese. Dura la reazione del Pd: «Rasi Caldogno dia immediate giustificazioni o si dimetta subito». 


L’USL DOLOMITI
Ma l’Usl 1 Dolomiti ha spiegato che è già in corso di attivazione un concorso specifico per anestesisti. «Si tratta di una figura professionale difficile da reperire – chiarisce il presidente dell’Ordine – E nell’attuale situazione di pandemia si è evidenziata come cruciale per abnegazione, spirito di servizio e mole di lavoro svolta nella gestione dei tanti pazienti critici arrivati negli ospedali. Le delibere di Azienda zero evidenziano una valutazione di necessità formalizzata per contratti a tempo determinato (nel Bellunese, ndr) e di non necessità di contratti a tempo indeterminato». La Regione ne ha fatte due e Belluno rientra solo nella prima, ossia quella per contratti a tempo determinato. 
IL PRIMARIO
Davide Mazzon, vice-presidente dell’Ordine e primario di Anestesia e Rianimazione al San Martino da quasi 20 anni, precisa che «l’acquisto di prestazioni per carenza di anestesisti a Belluno non è mai stata necessaria negli ultimi 15 anni. È iniziata solo per compensare 2 licenziamenti a seguito dell’attuale fase pandemica». Tuttavia «è una realtà consolidata ad Agordo, Pieve di Cadore e Feltre per carenza di dirigenti medici di Anestesia». È l’azienda sanitaria a spiegare cosa è stato fatto nell’ultimo mese e cosa c’è in agenda per il futuro. «Il 9 dicembre 2020 – ha fatto sapere l’Usl 1 Dolomiti – sono state avviate le procedure per l’assunzione di 15 medici complessivi nella disciplina di Anestesia e Rianimazione per sopperire alla carenza di medici anestesisti e rianimatori. Mentre il 17 dicembre, su deliberazione del direttore generale, è stato indetto un avviso pubblico di mobilità di medici rianimatori da altre aziende a cui ha risposto un medico». E conclude: «Una volta esaurite queste procedure, è possibile continuare con l’indizione del concorso». 
LE ACCUSE
Il Pd, invece, ha chiesto «immediate, trasparenti e plausibili» giustificazioni perché Belluno è la provincia che ha sofferto più di tutte l’emergenza pandemica. «È necessaria un’immediata azione correttiva altrimenti auspichiamo le dimissioni con effetto immediato del direttore generale Caldogno – ha scritto in una nota la segretaria provinciale Monica Lotto – I casi sono due: o non conosce le esigenze della sanità del nostro territorio oppure è d’accordo con la giunta regionale e con Azienda Zero per non far arrivare medici negli ospedali bellunesi. In ogni caso gli interessi del personale sanitario, dei cittadini e di tutto il territorio non sono salvaguardati». 
L’ONOREVOLE

Sul tema si è espresso anche il deputato di Forza Italia Dario Bond: «Il dato certifica l’abbandono della montagna da parte della Regione e della sanità di pianura che evidentemente ha dinamiche diverse nelle logiche di Azienda Zero». Se la Regione non risponde, secondo Bond bisogna rivolgersi alla Provincia e «crearsi l’alternativa in casa». A Palazzo Piloni il compito di «dialogare con le facoltà di Medicina delle Università di Padova, Trieste, Verona e Trento e investire 1 milione e mezzo di euro l’anno per coordinare borse di studio per giovani studenti, in modo da garantire le specializzazioni e poter fare programmazione da qui a 5-6 anni». Ma l’appello è rivolto anche ai privati che «possono partecipare a questo “fondo sanità di montagna” per creare dei pacchetti con le Università e pagare le borse di specializzazione».  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino