La trappola di Victoria: voleva lasciare il marito ma era in quarantena

Victoria Osagie con il marito Moses
CONCORDIA SAGITTARIA Victoria voleva lasciare Moses, ma senza fare rumore. Agli operatori dei servizi sociali che la seguivano aveva detto che se ne sarebbe andata non appena le...

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CONCORDIA SAGITTARIA Victoria voleva lasciare Moses, ma senza fare rumore. Agli operatori dei servizi sociali che la seguivano aveva detto che se ne sarebbe andata non appena le avessero trovato un’altra sistemazione. 


Ma mai aveva detto che il marito fosse violento o che la picchiasse. Sì litigavano, ma a parole, qualche spintone, ecco. Ma nulla più. E nemmeno quando nel febbraio di un anno fa era finita la pronto soccorso con un occhio tumefatto lo aveva accusato, dicendo che si era ferita cadendo Una spiegazione che non ha convinto i medici, i quali come da protocollo hanno allertato le forze dell’ordine. Il resto lo hanno fatto i Servizi sociali del Comune di Concordia Sagittaria, monitorando da vicino la situazione e attuando tutti i passi previsti. 
A settembre, in audizione protetta alla presenza dello psicologo, era stato ascoltato anche il primogenito di 10 anni. Che alla precisa domanda “papà picchia la mamma, le fa del male” ha risposto di no, che loro spesso bisticciano a voce alta, tanto che delle volte lui si sveglia.


Eppure Victoria voleva lasciare quel marito, padre tanto premuroso ma compagno geloso e sospettoso, senza che lui lo sapesse. Per contribuire al “menage” familiare svolgeva diversi lavori. Di recente si era messa a disposizione come donna delle pulizie ed era apprezzata da tutti. L’alloggio era stato individuato, questione di giorni: doveva attendere la fine della quarantena perché aveva contratto il Covid. Ma il tempo non è stato dalla sua parte.


L’UCCISIONE 
Ha cercato di scappare. Ha cercato di difendersi. Ha cercato di reagire. Per lei ma soprattutto per i suoi adorati bambini. Piangeva Victoria. Urlava Victoria. Chiedeva aiuto Victoria. 


LE GRIDA DI AIUTO
Una voce stentorea la sua, resa ancor più potente dalla disperazione di una madre il cui unico pensiero va ai figli. L’hanno udita tutti, l’altra sera mentre tentava di sottrarsi alla furia del marito che l’ha rincorsa per tutta la casa, raggiunta all’esterno, ripresa e trascinata ancora all’interno dell’abitazione per finirla in salotto. Poi le grida si sono sopite fino al silenzio assordante della tragedia consumata nel sangue. 
Il sangue che ha inghiottito per sempre un’intera famiglia. Almeno quindici le coltellate con cui Moses Osagie ha massacrato la moglie colpendola ripetutamente al viso, al collo, alle spalle, all’addome, alla schiena, alle gambe. 


Una scena di fronte alla quale persino i carabinieri hanno dovuto abbassare lo sguardo da essere umani, e indossare quello da investigatori per poter affrontare quello scempio. Sotto sequestro i coltelli da cucina che nella mani del 42enne nigeriano si sono trasformati in armi letali e pare anche un punteruolo e un cacciavite.
M.And Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino