ROVIGO - Si chiama “Foodracers” la startup lanciata alcuni mesi fa da alcuni giovani imprenditori trevigiani e che si sta rapdiamente espandendo a macchia d'olio...
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Andrea Carturan, 33enne trevigiano cofondatore della startup lanciata nel maggio scorso, si dice soddisfatto: «Sta andando molto bene, meglio nelle città un pò più grandi dove il numero di locali agganciati è maggiore». Dopo aver mosso i primi passi a Treviso, la piattaforma di consegne a domicilio si è insediata a Mestre, Padova, Vicenza, Rovigo, Udine, Trieste, Bologna, Ferrara, Parma, Pavia e Reggio Emilia. «A inizio 2016 ci sposteremo in altri dieci capoluoghi di provincia in Emilia Romagna, Lombardia e Trentino Alto Adige - svela Carturan - ma non in città troppo grandi come Milano, la nostra idea è di lavorare in città dove i servizi di delivery sono carenti». Il centro di controllo si trova a Treviso, dove lavorano sei dipendenti. I foodracer sparsi per il Nordest sono invece un centinaio, ciascuno munito di contenitore isotermico fornito dalla società.
Il meccanismo è molto semplice: l'ordine viene effettuato tramite computer o smartphone, arriva al foodracer disponibile che prima lo gira al ristorante e poi si incarica della consegna, con mezzi e a spese proprie. La novità principale sta proprio nella figura del foodracer: «Non è nostro dipendente, né è legato in alcun modo ai ristoranti - spiega Carturan -. Può farlo chiunque, basta compilare la richiesta sul nostro sito. Naturalmente sono persone che vogliamo prima conoscere e valutare». Per ogni consegna il foodracer guadagna all'incirca quattro euro. In una serata si può arrivare a prendere 20-25 euro. L'idea ricorda un pò quella di Uber, app per il trasporto privato che ha fatto imbestialire i tassisti, «ma in questo caso non si viola nessuna licenza - assicura Carturan - ce ne siamo accertati prima di partire». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino